Sedi alternative per i seggi La prefettura chiama i sindaci che protestano

La prefettura chiama i sindaci “ribelli”. Ieri mattina la dirigente dell’ufficio elettorale Paola De Palma ha telefonato a Rossella Cendron, primo cittadino di Silea, a Paolo Galeano (Preganziol) e ad Antonello Baseggio (Ponzano), che avevano lamentato lo scarso sostegno da parte della prefettura nell’organizzazione della sedi alternative per i seggi elettorali. Secondo i tre all’invito arrivato ancora a luglio della Prefettura era seguito in realtà un certo ostruzionismo da parte della commissione elettorale circondariale a cui i trasferimenti avrebbero dovuto sottoposti. Se a questo si aggiungono una normativa farraginosa e l’assenza di deroghe si capisce perché alcuni sindaci nemmeno hanno formalizzato i progetti di trasferimento dei seggi alla commissione. E infatti al momento sono solo 4 i Comuni trevigiani con sedi alternative. Una telefonata di cortesia quella della dottoressa De Palma per testimoniare la vicinanza della prefettura e invitare i sindaci a sfruttare gli ultimi giorni per presentare i progetti. «La ringrazio, ma se non c’è la volontà di derogare a norme imposte dallo Stato per noi è impossibile ottenere il trasferimento», ha detto Baseggio, «quindi non presenteremo i progetti». Anche Rossella Cendron è dubbiosa: «Nulla da dire sulla dottoressa De Palma. È sempre presente con i sindaci, certo le commissione elettorale però fino ad oggi hanno scoraggiato i primi cittadini invece di aiutarli. Non so se ora ci sono i tempi per organizzare i seggi alternativi, perché a prescindere da un ipotetico via libera della prefettura, dovremmo ordinare il materiale e condurre dei lavori di minima». —
Federico Cipolla
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