Se Gutenberg rivive in bottega

Paolo Celotto recupera una vecchia macchina tipografica e lancia “Pagineotto”
La stampante a caratteri mobili e Ceotto
La stampante a caratteri mobili e Ceotto

C’è un angolo a Santa Bona, a Treviso, in cui il tempo si è fermato a Gutenberg: è la piccola bottega di Paolo Celotto che, unendo passione e fortuna, ha reintrodotto in città la stampa a caratteri mobili. E da questa riscoperta, legata al recupero di un’antica macchina tipografica, la pedalina Antonella, nasce un singolare progetto editoriale, Pagineotto. Si tratta di una collana edita da Edizioni Neldubbiostampo - tipografia filopoetica, di Paolo Celotto, che si comporrà di una serie di libriccini di poesie e brevi racconti dedicati all’arte tipografica di giovani scrittori veneti: la prima opera, “Quella piccola cosa blu”, della poetessa Samuela Barbieri, sarà presentata all’evento “La memoria del futuro”, a Zero Branco – Treviso, spazio SoloQui, oggi dalle 11 alle 20.

Per ogni edizione verranno realizzate ottanta copie, ma per una pedalina in ghisa di fine Ottocento non è un lavoro da poco: serviranno almeno due giorni, contro la mezz’ora che impiegherebbe una macchina moderna. E non sarà così facile nemmeno per Celotto, grafico trevigiano che ha “adottato” la pressa, l’ha pazientemente riportata in attività e le ha costruito un progetto attorno, diventando uno dei pochissimi tipografi in Italia ad affidarsi a un’abilità e a una tecnica artigianale in via di estinzione.

Le operazioni di stampa con caratteri mobili richiedono anzitutto grande coordinazione: «È un po’ come suonare la batteria», scherza Paolo, «perché il bravo tipografo deve lavorare senza mai smettere di “pedalare”». Ciò che scaturirà da questa fatica varrà però lo sforzo: si tratterà di una serie di volumetti di otto facciate, esclusivi e in copie numerate, preziosi non solo per il contenuto ma anche per la lavorazione. E pensare che la pedalina la scorsa estate a Venezia stava per compiere l’ultimo viaggio, verso la discarica. Apparteneva alla legatoria di Canaregio di Paolo Olbi, artigiano dal 1962 e, quando fu decisa la chiusura della bottega venne accatastata con il materiale da smaltire. Provvidenziale il passaggio di Antonella Barina, giornalista veneziana che chiese che la macchina, anziché essere buttata, le fosse regalata. Antonella si occupa di autoeditoria e già fantasticava su come utilizzarla, ma un imprevisto la costrinse a rinunciare alla pedalina: nell’estate dello scorso anno le fu indicato Celotto e lo contattò. «Mi attrezzai di furgone e al Tronchetto incontrai Antonella: un mototopo da trasporto aveva portato fin lì la pressa e una gru la issò in terra ferma», ricorda Paolo, che è un grande appassionato di stampa letterpress e ha collaborato con la Tipoteca di Cornuda, struttura d’eccellenza dedicata alla cultura del carattere da stampa e alla storia della tipografia, e con la tipografia artistica brianzola Pulcinoelelefante di Alberto Casiraghi, che realizza plaquette stampate a mano in tirature limitatissime, nota anche come “il panettiere delle tipografie” per la capacità di “sfornare” un libriccino al giorno. Grazie all’aiuto dello zio Francesco, che ha lavorato per la Dal Negro iniziando l’attività di tipografo con macchine simili, e di un amico fabbro che ha ricostruito il pedale, eliminato e sostituito con un motore negli anni Cinquanta per renderla più veloce, Paolo ha ripristinato la pedalina e, in onore della sua salvatrice, l’ha chiamata Antonella. Recuperate anche un centinaio di serie di caratteri in piombo, in legno e in plastica, Celotto ha riempito lo studio di via Ronchese di mobili d’epoca adatti a contenerle. E a inizio 2015 Antonella è tornata in servizio: «La sua prima stampa l’ha realizzata il 6 febbraio, a 500 anni dalla morte di Manuzio, primo grande editore moderno», ricorda il grafico. Ora la pedalina accompagnerà Paolo nel progetto Pagineotto.

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