Scritte ingiuriose sulla tomba del marito

MASER. Vandali in cimitero a Crespignaga: imbrattate le lapidi. Un gesto ignobile e incivile che ha visto purtroppo protagoniste due famiglie del paese. «È una vergogna», dichiara Oscar Battilana, titolare del bar da Ska, dopo che sulla tomba di suo padre ha trovato scritte oscene e ingiuriose. Renato Battilana è morto 6 anni fa a causa di una grave malattia e ogni mattina Clara va a visitare la tomba del marito. È un rituale per la donna che ha amato Renato e che fino all'ultimo respiro gli è rimasta accanto. «È una vergogna, solo una vergogna», ripete con gli occhi lucidi la donna, «Come si può fare un gesto simile? In un posto così sacro, dove chi riposa, e lo dice la parola stessa, ha il diritto di stare in pace». L’8 marzo scorso, un amico di famiglia che si trovava in cimitero si è accorto che la lapide di Renato Battilana era stata presa di mira dai vandali e ha subito riferito ai familiari l'accaduto. «È venuto nel mio bar», riferisce Oscar, «raccontandomi che sulla lapide di mio padre avevano scritto con un pennarello nero delle frasi ingiuriose». Subito la corsa verso il cimitero. Quindi il barista si è diretto dai carabinieri a sporgere denuncia.
Sulla lapide frasi sconnesse, quasi senza una logica, sicuramente senza alcuna spiegazione. “Il più ladro di Crespignaga”, si leggeva sulla lapide che prontamente nella stessa giornata i familiari hanno fatto subito pulire. La stessa sorte è capitata a un'altra famiglia di Crespignaga. «Anche qui frasi senza senso e soprattutto offensive nei riguardi una persona che è scomparsa da oltre 10 anni», racconta Battilana, «Non capiamo il perché di questo accanimento». Lo sdegno della famiglia Battilana è quello di tutto il paese che nei giorni scorsi ha manifestato tanta solidarietà nei loro confronti. E sulla lettera scritta dal titolare e appesa fuori dal bar si legge: «Sono sicuro che tutte le persone del paese hanno un bel ricordo di mio papà e alla persona che con un gesto da vigliacchi pensa di infangare la sua memoria voglio solo dire che mi fa pena».
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