Scioperano i magazzinieri del supermercato Crai di Montebelluna

MONTEBELLUNA. «Siamo trattati come schiavi: lavoriamo fino a 240 ore al mese, dal lunedì al sabato compresi, senza malattia, senza ferie, senza accantonare il Tfr e con una retribuzione da fame». Per questi motivi ieri una cinquantina di lavoratori del supermercato Ama-Crai di Montebelluna, assunti dalla cooperativa milanese Uniqa, sono arrivati fino a Treviso per protestare e chiedere condizioni di lavoro più dignitose. Un giorno di sciopero («Solo un giorno, al massimo due, perché non abbiamo nemmeno questo diritto e se non lavoriamo non ci pagano») appoggiato dai sindacalisti del Coordinamento Regionale Slaiprolcobas, che parla di «economia due pesi e due misure».
La vicenda ha anche un risvolto giudiziario: quasi tutti i lavoratori hanno presentato un ricorso al Tribunale di Treviso per accertare l’eventuale illegittimità degli appalti instaurati tra la loro datrice di lavoro, Uniqa, e i supermercati Ama Crai e Ortofrutta Srl. La delegazione arrivata ieri a Treviso era composta dagli operai, di diverse nazionalità, del magazzino del Crai di via Fermi di Montebelluna: in molti casi lavoratori storici. «Sono a Montebelluna dal 2009», racconta uno di loro, «abbiamo sempre lavorato a tempo pieno, ma senza avere gli straordinari, le ferie o l’indennità di malattia. Ci assumono direttamente a tempo indeterminato, ma a quel punto siamo costretti a turni di lavoro spesso massacranti. L’azienda non ci ha mai ascoltati, e spesso abbiamo avuto paura di alzare la voce. Ora però ci facciamo sentire».
Secondo il volantino distribuito ieri in centro a Treviso da Slai-Cobas, «i lavoratori utilizzati al supermercato sono retribuiti in maniera del tutto insufficiente a garantire una vita decorosa. Questo perché la cooperativa è formalmente registrata come coop di tipo mutualistico, con la finalità di fornire beni o servizi ai membri dell’organizzazione a condizioni vantaggiose, mentre in realtà tali contratti mutualistici nascondono veri e propri contratti di lavoro subordinato, senza la corretta retribuzione né i diritti fondamentali che spettano a ogni singolo lavoratore». I lavoratori hanno segnalato anche un altro aspetto paradossale: ogni giorno lavorano gomito a gomito con altri colleghi che, a differenza loro, sono dipendenti di Ama Crai Est (e quindi non sono “soci” di Uniqa). Stesse mansioni, stesso turno di lavoro, ma retribuzione assai diversa e diritti garantiti per contratto. «Una disparità assurda e illogica», secondo i sindacati. Ieri mattina la delegazione di lavoratori di Montebelluna ha tappezzato il centro di Treviso di volantini per denunciare la propria situazione: una protesta ordinata e civile ma ferma e colorata. Oggi i lavoratori potrebbero decidere per un secondo giorno di sciopero, cui eventualmente non seguirebbe un terzo: «Non ci pagano, non possiamo permetterci di scioperare né di ammalarci o subire un infortunio sul luogo di lavoro».
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