Schianto a Colfosco, morta la mamma

Emanuela Zagolin, 38 anni, aveva due bimbi e stava tornando dal nuovo lavoro. Aperto un fascicolo per omicidio stradale
Di Diego Bortolotto
DeMarchi Susegana Emanuela Zagoin
DeMarchi Susegana Emanuela Zagoin

SUSEGANA. Emanuela Zagolin, 38 anni di Collalto, è deceduta venerdì sera, poche ore dopo il terribile impatto avvenuto lungo la provinciale 34 a Colfosco. «Mamma Emanuela è volata in cielo tra gli angeli», impossibile riuscire a spiegare ai suoi due bambini, Filippo di 8 anni e Jacopo di 2 e mezzo, perché non rivedranno più la loro adorata mamma. Sconvolto anche il marito Luca Sech, che venerdì era accorso sul luogo dell'incidente e poi in ospedale a Treviso. I due bimbi ieri mattina sono rimasti in compagnia degli zii nella villetta, situata nel centro del borgo. Ancora non hanno saputo quello che la loro mamma non c'è più ed è volata in cielo. Ieri a Collalto si respirava un'atmosfera cupa, anche la natura sembrava piangere la morte della giovane mamma. Il paesino in collina era avvolto da nebbia e nuvole basse, cadeva una pioggia fina, il freddo era pungente, a terra c'erano "tappeti" di foglie secche cadute dagli alberi. Emanuela Zagolin era originaria di Brugine, nel Padovano, e a Collalto si era trasferita per amore. Venerdì stava tornando dal lavoro, un’occupazione temporanea come impiegata iniziata due mesi fa, il contratto terminava tra poche settimane.

«Sono una mamma». Lei viveva per la sua famiglia ed i suoi bambini. Il tenero messaggio scelto per il suo profilo Facebook rimane il suo testamento. «Possiedo il titolo più prestigioso che avessi mai potuto desiderare. Non me l'ha dato nessuna università, non mi chiamano né dottoressa né professoressa. Mi chiamano "Mamma" ed è il titolo migliore che possa avere perché così mi chiamano i miei figli – è l'immagine che aveva scelto Emanuela –. È un titolo che mi inorgoglisce, mi responsabilizza e che mi riempie d'amore ogni giorno».

L’incidente e le indagini. Sull'incidente la Procura di Treviso ha aperto un fascicolo per omicidio stradale, senza indagati. Da quanto ricostruito dalla polizia stradale, la Toyota Yaris guidata da Emanuela Zagolin ha sbandato all’uscita di una curva, per cause che dovranno essere accertate. L'asfalto era viscido a causa della pioggia. Si è innescata una terribile carambola. La piccola utilitaria ha avuto un primo impatto con un Dodge Caliber, che urtando un platano si è ribaltato in mezzo alla carreggiata. Quindi un furgone che lo seguita ha centrato la Yaris. L'indagine avviata dalla Procura dovrà stabilire le esatte circostanze in cui si è consumata la tragedia.

La strada della morte. Quel che appare certo è come la provinciale 34 rimanga un punto nero nella viabilità della Marca. Per la sua conformazione, in particolare nel tratto tra Colfosco, Sant'Anna e Falzè, con curve e saliscendi, è teatro periodicamente di gravi incidenti. «Siamo vicini ai familiari in questo momento di enorme dolore», afferma il sindaco Vincenza Scarpa, che si fa portavoce del cordoglio dell'intera comunità suseganese.

La rabbia del sindaco. L'amministrazione comunale punta il dito verso gli enti sovraordinati. Le sp34 tra Sant'Anna e Ponte Priula e la sp138 tra Colfosco e Susegana, continuano ad essere costellati di croci. «Non possiamo parlare di una tragica fatalità, quel tratto di strada provinciale ha delle problematiche oggettive – denuncia il primo cittadino di Susegana -. Abbiamo più volte espresso la nostra forte preoccupazioni anche per la provinciale Barca, fatto una serie di riunioni con la Provincia e sollecitato interventi per la messa in sicurezza di quelle due strade. Ci siamo resi disponibili, ma non è stato fatto nulla in concreto dalla Provincia».

Non sono serviti vertici in Prefettura e incontri con la precedente amministrazione provinciale. Tutto è rimasto uguale, niente segnaletica, guardrail o autovelox. Le norme non consentono di collocare rallentatori, poiché la strada è ad alto scorrimento.

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