San Leonardo ancora inagibile, Ca’ Foscari fa lezioni a distanza
Impianti rotti, per l’università veneziana in città l’intoppo va per le lunghe: alla ripresa il 3 febbraio non basteranno le aule all’ex distretto: si torna alla Dad

San Leonardo inagibile da una ventina di giorni, Ca’ Foscari riprogramma tutte le lezioni (al via il 3 febbraio) all’ex distretto militare e ricorrendo pure all’online.
La rottura di un tubo all’impianto di riscaldamento del palazzo in Riviera Garibaldi, verificatasi a fine dicembre, ha determinato lo spostamento degli esami di Giurisprudenza (ateneo di Padova), dalla scorsa settimana, nelle sedi patavine dell’area sanitaria, all’ex Emiliani in via Venier e all’ex Galilei alla chiesa votiva.
Nel mentre, l’ateneo veneziano, che di norma usufruisce di alcune aule del San Leonardo, è riuscito a trasferire scritti e orali della sessione invernale nella propria sede, al San Paolo (ex distretto).
Ma il problema vero è stato riorganizzare le lezioni, valutando che il San Leonardo possa non tornare accessibile per il 3 febbraio, data d’avvio dei corsi cafoscarini dell’area economica e linguistica (mentre Padova ha più tempo: la ripartenza delle lezioni sarà il 24 febbraio). L’università veneziana, con un paziente gioco di incastri, è riuscita a concentrare tutto il calendario di febbraio all’ex distretto, ma per le aule con minore capienza sarà necessario affidarsi anche allo streaming.
Certo, riguarderà una piccola percentuale di corsi, ma pur sempre di Dad si tratterà. «In alcuni casi, laddove le aule non abbiano capienza sufficiente, e per minimizzare i disagi per gli studenti, sarà attuata una modalità di insegnamento duale con streaming», riferisce Ca’ Foscari.
Ma il caso San Leonardo suggerisce un ragionamento sulla riorganizzazione futura dell’università di Padova con la costruenda nuova sede all’ex Salsa. Gli studenti di Giurisprudenza, interpellati nei giorni scorsi dopo gli esami in via Venier, chiedono che il palazzo di proprietà di Fondazione Cassamarca possa rientrare (com’è nei programmi) nel futuro scenario accademico trevigiano, parallelamente ai nuovi spazi a Santa Maria del Rovere.
«Già ora per gli esami ci tocca fare più strada, specie se la sede designata è all’ex Galilei», mettono in evidenza gli studenti, «un vantaggio del San Leonardo è sempre stata la vicinanza alla stazione ferroviaria: ci auguriamo, al di là del disagio attuale, che possa essere mantenuto accanto alla nuova sede all’ex Salsa. Un fatto di centralità, comodità, logistica».
Un altro universitario di Legge, che risiede a Padova, entra più nel dettaglio: «Ho scelto di farla a Treviso per il percorso di studi diverso e innovativo, ma oggi mi verrebbe qualche dubbio. Per i problemi al San Leonardo, ma anche per la sede futura a Santa Maria del Rovere: bene che ci siano spazi nuovi, ma tanti siamo pendolari e arriviamo a Treviso con il treno. Ci ritroveremmo a dover prendere pure il bus, al mattino bisognerebbe uscire di casa prima».
Quanto al cantiere al futuro polo del Bo all’ex Salsa (operazione da 20 milioni di euro), lì troverà posto anche uno studentato in sinergia con il demanio.
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