Sala Marton, nessun interesse Ora rischia di essere abbattuta

Dell’edificio realizzato negli anni Cinquanta sui disegni di Luigi Piccinato è rimasta solo la Sala Marton, intitolata all’ex sindaco di Treviso di cui l’anno scorso si sono ricordati i trent’anni dalla morte. Un tempo era la sede del consiglio provinciale e anni fa l’accordo tra Comune e Numeria prevedeva che l’edificio fosse mantenuto, restaurato e ceduto all’amministrazione come beneficio pubblico. Per questo è stato risparmiato dalla demolizione. Ma forse solo per poco.
Il sindaco Mario Conte già l’anno scorso (e poi nelle riunioni recenti anche con Numeria) ha fatto capire di non avere alcun interesse a mantenere e manutentare una sala pubblica «piccola e di cui non vi è necessità», e per questo ha tessuto rapporti con Numeria pensando di barattare l’edificio con la completa riqualificazione di via Cesare Battisti (progetto su cui il Comune anni fa ipotizzò una spesa da 2 milioni circa). L’immobile non è vincolato e la stessa Numeria, progetto ex Provincia alla mano, se liberata dell’obbligo di cedere il palazzo all’amministrazione, non ha alcun interesse a tenerlo lì dov’è. Di qui l’ipotesi che gira in questi giorni: abbattere. Magari abbattere per ricostruire in altro modo e con soluzioni diverse, ma comunque abbattere. «Anche perché» spiegano beninformati, «rischia di intralciare il futuro edificio, e pagare le conseguenze dei lavori sotterranei».
L’opposizione consiliare aveva già criticato l’idea del “baratto” della Sala Marton, considerandola «un pezzo di storia cittadina da preservare». Figuriamoci che penserà davanti all’ipotesi di abbattimento. Sul tema è stata già chiesta la convocazione di una commissione ad hoc. —
F.D.W.
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