Rubygate, l’inchiesta parte dalla Zardo

La showgirl di Crespano e Giovanna Rigato nelle motivazioni delle condanne a Emilio Fede, Lele Mora e Nicole Minetti

Il bunga bunga, le infuocate notti di Arcore dell’allora premier Silvio Berlusconi, Ruby Rubacuori. I processi milanesi sulla prostituzione minorile, che hanno portato alle condanne dell’ex presidente del Consiglio, di Emilio Fede, Nicole Minetti e Lele Mora sono tutti partiti da un’inchiesta precedente che aveva come protagonista Raffaella Zardo, la showgirl di Crespano, finita più volte al centro delle cronache rosa e giudiziarie, che si è sempre dichiarata estranea alla vicenda. Lo scrivono i giudici del tribunale di Milano nelle motivazioni della sentenza di condanna nei confronti del trio Fede, Mora, Minetti: «La vicenda trae origine dalle indagini svolte nell’aprile 2010. Una fonte confidenziale aveva segnalato che in due noti alberghi milanesi (Boscolo e Four Season) alcune donne, anche minori, esercitavano la prostituzione, approfittando di vari riunioni, convegni, si concedevano ai vari affaristi che erano lì. La fonte confidenziale indicava che la persona che “gestiva” l’attività era Zardo Raffaella». Tra le minorenni coinvolte era spuntato un nome, all’epoca sconosciuto, ma che appena qualche mese dopo avrebbe provocato un terremoto politico: Karima El Mahroug, in arte Ruby.

Le notti di Arcore. Secondo il tribunale di Milano Emilio Fede era perfettamente a conoscenza della minore età di Ruby. In primo luogo per averne parlato lui stesso nel settembre 2009, quando aveva fatto da presidente di giuria al concorso “Una ragazza per il cinema” a cui aveva partecipato la marocchina. A condurre la serata c’era invece proprio la Zardo. Pochi mesi dopo, a novembre del 2009, Ruby arriva a Milano. Finisce sotto le ali protettrici di Lele Mora e nel giro di escort di alto livello degli alberghi milanesi. E il 14 febbraio è per la prima volta ad Arcore. Proprio quella notte gli investigatori registrano due telefonate tra Fede, agganciato ad Arcore, e la Zardo: una alle 21.45 e una all’1.36.

Fede e Zardo. «Sono legati da rapporti di lavoro e di frequantazione di lunga data se non di affettuosa amicizia», scrivono i giudici del tribunale di Milano. Per i magistrati è necessario ricostruire il rapporto tra i due proprio per dimostrare che entrambi erano a conoscenza della minore età di Ruby. «Il tenore delle conversazioni è molto affettuoso», scrivono, «l’imputato (Fede ndr) le dice che è l’unica persona che gli abbia dato la voglia di vivere, le parla del sentimento che prova per lei e degli interventi fatti a suo favore in ambito lavorativo. In altre telefonate Fede mostrava chiaramente la gelosia che provava per Raffaella che gli aveva detto di essere a Crespano e che, invece, si trovava in Svizzera. E chiedeva a Lele Mora di scoprire con chi era (“Lele è una cosa di una delicatezza incredibile. Aveva detto che andava a Crespano dai suoi. Bisogna sapere con chi è, perché se no sono rovinato”)». Inoltre Fede è preoccupatissimo che la Zardo partecipi all’Isola dei famosi e chiede in continuazione a Mora di verificare se la trevigiana è nel cast (“La rovinano. Dovrà raccontare del Merolone, dei processi. Non mi piace. Così rovinano una persona”).

Giovanna Rigato.Rischia invece di dover affrontare un processo per falsa testimonianza l’altra trevigiana che aveva partecipato alle notti di Arcore, Giovanna Rigato. «Le dichiarazioni in aula della donna sono seccamente smentite dal contenuto della telefonata intercorsa la notte stessa tra lei e Francesca Cipriani», scrivono i magistrati, «la Rigato diceva di aver saputo solo che alcune ragazze ricevevano “piccoli omaggi”. Ma nel corso della telefonata emerge che la teste sapeva con esattezza, perché lei stessa diceva alla Cipriani “a tutte ha dato 2.000 euro” e si lamentava che a lei non avesse dato niente: “Per la prossima volta sto più attenta”».

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