Rischiò di annegare in piscina Il gestore paga centomila euro

MONTEBELLUNA. Gli altri bagnanti della piscina Olimpia di via Buziol pensavano che quel ragazzo stesse facendo un’apnea, la realtà invece era drammatica: il giovane era stato colto da un malore, è rimasto sott’acqua più di tre minuti e ha rischiato di morire. Si è salvato solo grazie a un lungo massaggio cardiaco da parte del bagnino – e al successivo trasporto in ospedale in elicottero – ma ha riportato danni permanenti. Ora per quell’episodio del luglio 2011 viene condannato l’allora gestore della piscina, Angelo De Nardo, 59 anni: è responsabile di lesioni personali colpose e dovrà pagare un risarcimento da centomila euro alla famiglia del giovane che ha rischiato di morire annegato.
C’era un solo bagnino, non adeguatamente formato né «riconoscibile con adeguata divisa», e neppure dedicato esclusivamente al controllo dei bagnanti, come impone la legge: il ragazzo, infatti, si occupava anche della gestione di ombrelloni e lettini della piscina esterna. Ciò configura una «negligenza, imperizia e imprudenza» da parte del gestore dell’impianto: a stabilire la condanna definitiva è stata nei giorni scorsi la Cassazione, respingendo il ricorso di De Nardo contro la sentenza d’appello che aveva confermato il primo giudizio di colpevolezza emesso dal giudice di pace a fine 2016 (900 euro di multa e centomila come provvisionale di risarcimento).
Erano stati attimi drammatici, in quel giorno di luglio: il giovane, un diciannovenne di origini cinesi, era stato letteralmente strappato alla morte per annegamento. Oggi l’ex piscina Olimpia si chiama “The Box Sporting Club” e l’attuale gestione non ha nulla a che vedere con l’episodio in questione: De Nardo è uscito di scena nel 2013, aprendo una palestra (che si chiama anch’essa Olimpia) in un’altra sede. —
Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso