Rinasce il “Ponte Dante”, osteria con camere affrescate

È un restauro delicatissimo e filologico. Aldo Valente, l’architetto castellano che l’ha firmato, ha voluto creare camere con poche eguali: mattoni faccia a vista ovunque, tracce di affreschi alle pareti, camini archi e volte, per immergersi fra Quattro e Cinquecento. E ancora tracce di scale antiche, e vetrate che creano box doccia faccia a vista...
Ma è anche il recupero di un angolo di città che venne cantato da Dante. E la rinascita di un’osteria sempre cara alla memoria collettiva dei trevigiani e allo zoccolo di irriducibili che ancora coltiva il culto dell’aggregazione, della convivialità, delle ombre e del magnar trevisan, che sia cicheto o piatto tipico.
Riapre il «ponte Dante», oggi alle 17.30, con una festa che si protrarrà fino all’ora di cena. Riapre come osteria trevisana, nuova di zecca, ma antica nello stile e nella filosofia. Il locale al piano terra, firmato da Marco Prizzon, avrà poco meno di 30 coperti.
E riapre come locanda: ai piani superiori dello storico immobile – di proprietà degli imprenditori Furio Bragagnolo e Rudy Piovesan – cinque camere con arredamenti prestigiosi e nomi danteschi (Caronte la singola; Beatrice, Rachele, Giuditta e Rebecca le doppie, tutte con nomi rigorosamente femminili).
È la sfida intrapresa da Beppe Festa e Fabio Coz, il ticket dei «Naneti» di vicolo Broli. «Avremo uno staff nuovo, tutto giovane, vogliamo veramente creare qualcosa di nuovo in questa città, in un luogo che è antichissimo, citato da Dante nella Divina Commedia», dicono Fabio e Beppe, che dunque raddoppiano in città, «qui il tempo sembra essersi fermato e la memoria del passato vive tra pietra, alberi, e acque». Da segnalare anche il recupero della facciata del palazzo, con il completo recupero dell’affresco con il monogramma di San Bernardino da Siena.
Informazioni, prezzi e prenotazioni sul sito www.locandapontedante.com
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