«Ricette truccate», medico a processo
Esenzione del ticket per 15 finti poveri, dottoressa accusata di abuso d'ufficio

Un medico di base compila una ricetta davanti al computer
MONTEBELLUNA. Medico di base a processo con l'accusa di aver compliato ricette che consentivano l'esenzione a pazienti che non ne avevano diritto. Una quindicina i pazienti che avrebbero beneficiato di tale trattamento favorevole. Leì è la dottoressa R.P. che ieri è stata rinviata a giudizio in tribunale a Treviso per il reato di abuso d'ufficio. L'udienza si è tenuta ieri mattina in tribunale a Treviso, davanti al giudice Silvio Maras. Stando alle accuse del sostituto procuratore Iuri De Biasi, titolare dell'inchiesta, la dottoressa R.P. avrebbe commesso una serie di violazioni compilando le ricette per i propri pazienti. In particolare il medico avrebbe usato formulari che consentivano l'ottenimento dell'esenzione evitando il pagamento dell'intero importo. Il fatto è che i beneficiari - secondo le contestazioni della Procura - non avevano alcun diritto a ottenere tali esenzioni. Almeno una quindicina le persone a favore delle quali sarebbero state compilate le ricette «truccate» che sarebbero state staccate nel corso del biennio 2007-2008. Una segnalazione arrivata alle forze dell'ordine ha fatto scattare l'inchiesta dei carabinieri del Nas che, coordinati dal sostituto De Biasi, hanno sentito i vari pazienti, accertando anche le loro situazioni sanitarie e redituali. Per concludere, appunto, che i pazienti in questione non avevano alcun diritto alle esenzioni. Che cos'è successo, dunque? La difesa, rappresentata dall'avvocato Benedetto Pinto, esclude qualsiasi violazione di carattere penale da parte della dottoressa preferendo però non commentare le contestazioni mosse nei suoi confronti. La dottoressa, attualmente medico di base e da marzo a novembre del 1996 in servizio all'Usl 8 di Montebelluna, è stata dunque rinviata a giudizio ieri al termine dell'udienza preliminare tenutasi in tribunale a Treviso. Sarà il dibattimento, ora, a chiarire l'accaduto e le effettive responsabilità della professionista. L'inchiesta a carico della dottoressa montebellunese riecheggia per certi aspetti quella sui furbetti del ticket: la Guardia di Finanza di aveva denunciato un centinaio di trevigiani accusandoli di truffa ai danni dello Stato per aver compilato autocertificazioni attestanti il diritto all'esenzione in realtà non spettante. In molti casi è stato però accertato che più che furbetti si trattava di anziani che non avevano ben capito la dichiarazione da rilasciare.
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