Restare incinte per ribellione Scandalo in un liceo francese

Un gruppo di minorenni compagne di scuola sceglie la gravidanza di gruppo Tolto in extremis il divieto del film ai minori di 14 anni: si temevano emulazioni

Una piccola città francese sull’Atlantico, Lorient, che col grigiore delle sue fabbriche e dei suoi condomini-alveari bene rappresenta la morte delle speranze e dei sogni dei suoi abitanti. E’ questa l’ambientazione del film di Delphine e Muriel Coulin che, fin dalle sue prime scene, costringe lo spettatore a misurarsi con la straordinaria voglia di cambiamento di una nuova generazione di adolescenti. Sono protagoniste della storia le ragazze di un liceo che, dopo la gravidanza inattesa della loro leader carismatica, Camille, decidono di compiere la stessa scelta. Si incontrano lungo la spiaggia, come le coccinelle spinte al suicidio in massa da uno strano fenomeno naturale, e pensano invece alla vita, alla maternità come emancipazione, all’autonomia e alla libertà. Nel giro di poche settimane, sono ben 17 le minorenni del liceo che restano incinte. «Per avere una famiglia, per essere con mio figlio la madre che tu non sei stata con me» spiega Camille all’esterrefatta genitrice. Il progetto è partorire tutte insieme, vivere tutte insieme («Ma non pensate ad una Comune hippie» raccomanda la protagonista) e costruire insieme un’umanità migliore. In questo film molto «carnale», impulsivo ed istintivo, gli adulti si muovono goffamente. Come i genitori che difendono per principio una vita piatta, preconfezionata e indifendibile. Come i professori che pensano di risolvere il problema con un distributore di preservativi a scuola, o con l’espulsione dell’ideologa del gruppo di ribelli, quando problema non è, ma libera scelta. Lo spettatore può rimanere deluso se, per tutto il film, si aspetta che le diciassette ragazze dello «scandalo» diano una spiegazione razionale delle loro scelte. La razionalità non c’entra, la trasgressione, se di trasgressione si tratta, è slancio puro. Poi ci si mette il destino e allora l’utopìa diventa tragedia, la ribellione ripiega sull’omologazione finale.

La vicenda si ispira a fatti realmente accaduti, non in Francia ma in Massachusetts, ed è arrivato nelle sale italiane con divieto a minori di 14 anni, provvedimento motivato per «pericolo di emulazione di comportamenti trasgressivi» e poi revocato a furor di popolo dalla Commissione d’Appello della Censura.

Franco Allegranzi

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