Resana, spari contro la villa del geometra: un colpo avrebbe potuto uccidere

RESANA . Sparatoria di Castelminio, al momento l'unica cosa certa è che si è trattato di un atto di intimidazione, anche se non è ancora possibile ipotizzare verso di chi e soprattutto per quale motivo.
Per questo ora le indagini dei carabinieri si concentreranno nell'approfondire se vi sono particolari aspetti, magari al momento sconosciuti o non tenuti in debito conto, che possono aver armato la mano di qualcuno nella notte tra lunedì e martedì, quando, a mezzanotte e mezza, sono stati sparati colpi di arma da fuoco. I colpi accertati sono due, dei quali i carabinieri di Castelfranco hanno ritrovato i proiettili: vi è l'ipotesi di un terzo colpo, ma potrebbe anche essersi trattato di un eco.
Le ogive repertate sono deformate e al momento non possono rivelare l'arma che le ha sparate: potrebbe essere una pistola oppure un'arma a canna lunga. Quello che comunque pare assodato è che si sia sparato per dare un messaggio. Ma diretto a chi?
Nell'abitazione colpita dai proiettili abita la famiglia di Luigino Didonè, 57 anni, dipendente presso la ditta Basso di Paese che non riesce a capacitarsi su chi potrebbe avercela con lui: «Probabilmente hanno sbagliato obiettivo», ha dichiarato ieri dopo aver cercato qualche recondita motivazione verso questo gesto che ha messo a serio rischio lui, la moglie e il figlio, ma senza venirne a capo di nulla.
Uno dei colpi, scambiati per petardi, ha infatti attraversato lo scuro e il vetro della porta finestra sotto il porticato, attraversando tutta la zona giorno dell'appartamento. Per fortuna in quell'istante nessuno si trovava in questa parte della casa, perché avrebbe corso il rischio di essere colpito. L'altro colpo rivenuto dai carabinieri è finito contro una betulla del giardino che lo ha deviato.
Ma anche questo era destinato contro l'abitazione. Secondo i primi riscontri i colpi sarebbero partiti dall'altra parte della strada, vicino alla pista ciclabile. Tenendo presente la balistica, potrebbero essere stati sparati anche da una automobile, ma non in corsa. Ora le indagini si concentreranno sui motivi per cui qualcuno poteva avercela con Luigino Didonè, oppure con il fratello Mario, operaio presso il comune di Resana, o anche verso qualcuno degli altri residenti della zona se vale l'ipotesi di una intimidazione che ha colpito la casa sbagliata, ma decisamente più in vista rispetto alle altre che si affacciano sulla provinciale.
Per questo gli approfondimenti già fatti nei confronti della famiglia bersagliata dai proiettili si rivolgeranno anche ad altre persone circa le quali, almeno potenzialmente e forse a loro stessa insaputa, si è rivolta l'attenzione di qualcuno che voleva mandare loro un messaggio dal tenore inequivocabile.
Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso