Resana, bancarotta da 15 milioni: a processo i Mazzorato

La Procura formalizza l’accusa: avrebbero distratto fondi dall’azienda. I legati replicano: operazioni regolari, nel rispetto delle leggi finanziarie
CASTELMINIO DI RESANA ..MAZZORATO BANCOMAT..FOTOCRONACA castelminio..bancomat mazzorato
CASTELMINIO DI RESANA ..MAZZORATO BANCOMAT..FOTOCRONACA castelminio..bancomat mazzorato

RESANA. Negli anni Sessanta aveva creato dal nulla un impero dell’abbigliamento, con punti vendita in tutto il nordest e anche in Canada, con un giro d’affari di milioni di euro. Ora, dopo il fallimento del suo gruppo, si trova a processo insieme alla moglie e alla figlia con l’accusa di bancarotta per aver fatto sparire, almeno secondo le accuse della Procura di Treviso, 15 milioni di euro. A sedere sul banco degli imputati Giuseppe Mazzorato insieme alla moglie Francesca Peloso e alla figlia Maria.

Secondo la procura, il consiglio d’amministrazione del gruppo guidato da Giuseppe Mazzorato avrebbe dato il parere favorevole ad un’operazione di “cash pooling”, ossia il passaggio di denaro da una società all’altra del gruppo e in particolare dalla Cmt, che gestiva i punti vendita, ad una società immobiliare. Dal 2002 nelle casse di quest’ultima sarebbero stati bonificati 45 milioni di euro, mentre alla Cmt ne sarebbero ritornati solo 30 milioni di euro. Ed è proprio su queste cifre che si basa l’accusa. Nel momento in cui l’immobiliare è fallita, e con essa tutto il gruppo, l’operazione di cash pooling (lecita quando i conti sono in ordine) secondo la procura sarebbe stata solo una mossa per distrarre 15 milioni di euro del patrimonio societario. La famiglia Mazzorato, difesa dall’avvocato Mauro Bosco, però respinge tutte le accuse: «Abbiamo agito sempre nel rispetto della leggi, con normali operazioni finanziarie».

Mazzorato aveva creato una importante catena di abbigliamento leader nel territorio, caratterizzata da una crescita sempre più forte, dagli anni ’60, quando partì il primo negozio. Negli anni Settanta e Ottanta era un punto di riferimento a livello regionale. Poi la nascita del centro commerciale Mazzorato Più. I segnali di una forte crisi (dovuta al calo delle vendite) sono iniziati nel 2006 quando il bilancio non è stato più positivo: nel 2009 la perdita di 2,9 milioni di euro. Nel 2011 erano fallite due società del gruppo, le holding Melograno e Leamm, mentre una terza, la Pluto srl che gestiva il patrimonio immobiliare di 20 milioni di euro, aveva tentato la strada del concordato. Poi però arrivò il fallimento.

 

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