Renzi torna a Treviso per l'assemblea di Unindustria

TREVISO. «Abbiamo agganciato una certa ripresa: i dati dell’economia trevigiana del 2015 sono migliori rispetto al 2014, con l’export fattore trainante. Sono segnali positivi, incoraggianti per il futuro».
Bisogna pensare positivo, perché dopo 7 anni di crisi oggi c’è una ragione concreta per farlo: a parlare così è il presidente di Unindustria Treviso Maria Cristina Piovesana, che ieri nella sede di palazzo Giacomelli ha presentato l’assemblea generale di Unindustria del 10 ottobre, con il premier Renzi ospite d’onore, sfoderando un “barometro” dell’economia trevigiana” aggiornato al secondo trimestre 2015 molto incoraggiante.
L’industria manifatturiera della Marca da aprile a giugno ha visto la produzione salire del più 3,6% rispetto al primo trimestre 2015 e del più 1,4% rispetto al secondo trimestre del 2014. Il fatturato ha registrato un più 5,5% rispetto al primo trimestre 2015 e del più 2,9% rispetto a un anno fa.
Fatturato estero: rispettivamente un più 4,1% e più 2,3%. Ordini interni: lievitati del 4,6% rispetto al primo trimestre 2015 e del più 2,4% a confronto di un anno fa. Ordini esterni: più 3,6% e più 1,4%. Commercio estero: le esportazioni delle imprese della Marca da gennaio a marzo sono state pari a 2.895 milioni di euro, ben 249 milioni in più rispetto allo stesso periodo del 2014 (più 9,4%) con un saldo commerciale, rispetto alle importazioni, di 103 milioni.
Ancora dolenti le note per il settore delle costruzioni, che nel primo trimestre 2015 rispetto al primo trimestre 2014 continua a registrare un calo di fatturato e ordini. In calo il commercio al dettaglio rispetto al primo trimestre dell’anno ma in aumento rispetto al primo trimestre 2014, con un più 1,8% di fatturato. Lavoro e occupazione: Unindustria ieri ha presentato i dati aggiornati al 18 agosto 2015, che confermano una tendenza al «forte incremento delle assunzioni e delle trasformazioni a tempo indeterminato come già emerso per i mesi precedenti». Anche perché le aperture di crisi aziendali, da gennaio a giugno, rispetto allo stesso periodo del 2014 sono calate del 63,1%. E così anche in luglio e in agosto nella Marca le assunzioni con contratti a tempo indeterminato sono aumentate in modo consistente rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente: lo scorso luglio del 61%, ad agosto del 47%. La crescita complessiva registrata per il 2015, dal primo gennaio al 18 agosto è del 52%: più di 80.000 assunzioni rispetto alle 53.000 dei primi 8 mesi del 2014. E infatti le assunzioni a tempo indeterminato da gennaio al 18 agosto 2015 hanno già toccato la quota di quelle di tutto il 2014. Le trasformazioni a tempo indeterminato dei contratti sono aumentate, in luglio e in agosto, di oltre il 20%. La crescita complessiva dal primo gennaio di quest’anno è stata pari al 15%: più di 29.000 trasformazioni contro le 25.300 nel corrispondente periodo del 2014.
Tutti dati incoraggianti, quelli trevigiani, che vengono supportati dal più articolato quadro delle esportazioni distrettuali nelle regioni italiane del primo trimestre 2015: il Veneto rispetto allo stesso periodo di un anno fa ha totalizzato 5.199 milioni di euro, ossia 410 milioni in più, crescita del più 8,6%. E tra i primi dieci distretti italiani per crescita delle esportazioni in valore assoluto cinque sono veneti, e tra essi ci sono il tessile e abbigliamento di Treviso che, dopo anni di crisi, ottiene risultati positivi in Germania, Spagna e Francia con 297 milioni di fatturato nel primo trimestre 2015, pari a 85 milioni in più rispetto allo stesso periodo del 2014; la calzatura sportiva di Montebelluna (281 milioni rispetto ai 257 del trimestre 2014); Il prosecco di Conegliano e Valdobbiadene (117 milioni contro 95); il mobile di Treviso (368 milioni contro 348); gli elettrodomestici (243 milioni contro 229).
Unindustria parla di «ritrovata competitività dei distretti veneti», che si riflette sulle ottime performance negli Stati Uniti, dove l’export è stato pari al 23,8% mentre in Cina la crescita è stata del 19,4%. E in Europa c’è stata una crescita del più 10% in Germania e del 20% nel Regno Unito. Poi ci sono i nuovi mercati: Polonia (più 33,2% sempre dell’ export), Corea (più 31,2%), Sudafrica (più 56%) e Messico (più 29,7%).
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