Renato, il fabbro di Levada che produce i cancelli per lo sceicco del Quatar

Fra i suoi clienti anche un sultano della Malesia «Lavoro con mio figlio mia moglie e un dipendente Facciamo anche il montaggio» 

PONTE DI PIAVE. Fabbro-artigiano di Levada richiestissimo in Asia e nei Paesi arabi. Dal 2006 Renato Cadamuro realizza importanti lavori di grande valore artistico che vengono poi installati in prestigiose dimore di sceicchi, maragià oltre che in palazzi governativi della Tartaria, piccola repubblica della federazione russa. Per queste ragioni l’artigiano pontepiavense, che è coadiuvato dal figlio Andrea e dalla moglie Nazarena, ha vinto anche il premio “Marco Polo” organizzato dalla Camera di Commercio del Veneto. Tutti i lavori sono realizzati nell’officina fabbrile di Levada, che si trova nella zona industriale di Ponte di Piave, e poi vengono spediti nei diversi Paesi dove Cadamuro provvede personalmente a installarli.

I pezzi più richiesti sono naturalmente grandi cancelli, inferriate e balaustre delle scale, tutti in ferro battuto, ottone e foglie d’oro. Ultimamente lo sceicco del Qatar ha richiesto all’impresa artigiana di Ponte di Piave un cancello da sistemare all’ingresso principale del suo grande palazzo di Doha, città bellissima e capitale dello stato che si affaccia sul golfo arabico.

In precedenza, un importante esponente del governo della repubblica russa della Tartaria ha ordinato una scala in ferro battuto per la dacia estiva che si trova non lontano dalla capitale Kazan. Da ultimo, un sultano della Malesia è in attesa che da Ponte di Piave arrivino i cancelli e una balaustra interna per il palazzo di Kuala Lumpur. «Ogni pezzo», spiega Cadamuro, «viene da noi disegnato a mano e poi realizzato con meticolosità, curando i minimi particolari, con un lavoro che, in alcuni casi, dura diversi mesi. Una volta terminata, l’opera viene spedita, via nave o via aerea, nelle località prestabilite dove io personalmente le vado ad installare». Ma come è nata questa avventura nei paesi indiani, asiatici e arabi? «Tutto è iniziato casualmente nel 2006», spiega l’artigiano, «durante delle fiere del settore tenutesi a Dubai e a Milano dove abbiamo conosciuto degli architetti che cercavano artigiani di un certo livello che potessero realizzare opere impegnative. Da cosa è nata cosa e oggi siamo soddisfatti di questo interessante mercato. A livello europeo sono pochissime le aziende fabbrili richieste in queste nazioni». E nel prossimo futuro? «Le officine artigianali che lavorano i metalli in Italia sono sempre meno», dice Cadamuro, «in quanto soffrono la carenza di mano d’opera. È un lavoro che richiede enormi sacrifici. La nostra officina continua perché può contare sulla fattiva collaborazione di mio figlio Andrea, di mia moglie Nazarena e di un bravissimo dipendente». —

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