Recinto “lager” bocciato dagli psichiatri

MONTEBELLUNA. «Ho visto l'immagine sul giornale e francamente è un po' choccante»: a dirlo è il dottor Massimo Semenzin, psichiatra di Montebelluna che attualmente dirige il reparto psichiatrico dell'ospedale di Feltre dopo essere stato in quello di Oderzo.
Insomma quel recinto posto a chiudere il giardino, all'interno di un'area ospedaliera già recintata, non piace neppure agli addetti ai lavori. «Non ho visto direttamente quella recinzione» prosegue il dottor Semenzin «ricordavo il reparto di psichiatria ancora all'ospedale vecchio, non sapevo che era stato di recente trasferito nel nuovo ospedale, quindi non conosco direttamente la situazione di Montebelluna e non so che progettualità ci sia alla base di questa scelta, ma dall'immagine che si vede nel giornale devo dire che affettivamente è un po' choccante e credo che un'altra soluzione si potesse trovare».
I primi a insorgere contro il recinto del giardino del reparto di psichiatria sono stati i familiari dei pazienti riuniti nell'Aitsam, l'associazione per la tutela della salute mentale, ma neppure agli psichiatri a quanto pare piace quella recinzione che isola i pazienti psichiatrici da tutti gli altri utenti. Ma è una soluzione comune ai vari ospedali che hanno al loro interno reparti psichiatrici, o la scelta fatta nel 2013 all'ospedale di Montebelluna di mettere una rete alta due metri ricurva verso l'interno per impedire la fuga, cozza con le scelte fatte altrove? «Nelle realtà che conosco io non ci sono recinzioni a delimitare lo spazio all'aperto per i pazienti dei reparti di psichiatria, perlomeno non in quella forma» aggiunge il primario «Sia a Feltre che a Oderzo ci sono dei giardini dove i pazienti escono tranquillamente e non ci sono recinzioni a delimitare lo spazio loro dedicato». Ha una curiosità, il dottor Semenzin: sapere come motiva la scelta di quel giardino recintato la stessa Usl 8.
Sentito che la motivazione è legata soprattutto agli obblighi di tutela e custodia dei ricoverati con trattamento sanitario obbligatorio, esclama un «Beh, insomma», e poi aggiunge: «Però quel recinto in ogni caso non fa una bella impressione, dalla foto non sembra molto accogliente».
E nonostante le spiegazioni dell'Usl 8 l'Aitsam, che aveva messo sotto accusa il giardino recintato per il significato simbolico che evidenziava, continua a bocciare con nettezza la realizzazione riservata ai pazienti di psichiatria: «Una cosa del genere va tolta e basta» -dice il referente per Montebelluna dell'Aitsam, Pietro Fasan «non se ne sente proprio il bisogno e va tolta. La nostra associazione non è mai stata invitata a vedere il nuovo reparto, non c'è stata alcuna condivisione con noi delle scelte progettuali fatte per il reparto di psichiatria e ci sorprende che nel 2013 venga realizzato un recinto del genere».
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