Rapina alle Poste, due condannati
SPRESIANO. Cinque anni e quattro mesi di reclusione ciascuno. Ieri il giudice per l’udienza preliminare Umberto Donà ha condannato Fabio Pappalardo e Mario Di Nunzio, catanesi, rispettivamente di 31 e 47 anni. Entrambi sono stati ritenuti colpevoli della rapina ai danni dell’Ufficio Postale di Lovadina di Spresiano, avvenuta il 17 gennaio. Armati di una scacciacani e una pistola giocattolo, i due erano riusciti a farsi consegnare quindicimila euro. Fuggiti in bicicletta, si erano dileguati nel nulla. Grazie alle testimonianze dei cittadini di Spresiano, i carabinieri li avevano arrestati in un'abitazione di via Leopardi a Visnadello. Abitavano lì da un paio di giorni, nella casa del figlio 29enne di Di Nunzio, immediatamente indagato per il reato di favoreggiamento.
Il gup ha di fatto accolto le richieste del pubblico ministero Barbara Sabattini, che aveva richiesto per entrambi gli imputati condanne a cinque anni e sei mesi di reclusione. I due imputati, difesi dall’avvocato Alessandra Nava, hanno scelto di ricorrere al rito abbreviato, che ha permesso loro di ottenere lo sconto di un terzo della pena. Subito dopo l’arresto Pappalardo e Di Nunzio, nel corso dell’interrogatorio di convalida, di fronte al gip Angelo Mascolo, avevano confessato di essere gli autori della rapina. I due avevano ammesso tutto, affermando di aver deciso di mettere a segno il colpo perché entrambi disoccupati e quindi a corto di denaro. Una confessione, che di fronte al gip non aveva portato ad alcuna modifica della misura cautelare (i due sono rimasti in carcere). Al momento di pronunciare la sentenza però, il comportamento collaborativo degli imputati ha pesato, alleggerendo, seppur di poco, le posizioni degli imputati. (fa.p.)
Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso