Rapina alla gioielleria Toffolatti Il figlio del titolare li insegue: ferito

Commando assalta l’oreficeria di Pieve di Soligo: i banditi sparano a Pierpaolo Toffolatti, ora in ospedale

Ancora sangue a Pieve di Soligo, a nove mesi dall’omicidio di Emanuele Simonetto. Questa volta in pieno centro, a pochi metri da piazza Vittorio Emanuele II. Se lo scorso 7 febbraio l’agguato al caporeparto del Gruppo Homes era stato compiuto nella zona industriale a sud del capoluogo, sfiorando la comunità pievigina, ieri sera, poco prima delle 19, la criminalità è tornata a colpire nella centralissima via Schiratti, sconvolgendo la routine del rientro dal lavoro.

Tre persone armate, probabilmente italiane, hanno fatto irruzione nella gioielleria Toffolatti, all’interno del borgo commerciale che, all’inizio di via Schiratti, confina con la biblioteca comunale e l’auditorium Battistella Moccia. Non soddisfatti del bottino, uscendo dal negozio i rapinatori hanno sparato, ferendolo, al giovane titolare Pierpaolo Toffolatti, figlio di Mario, pioniere delle oreficerie ed orologerie nel Quartier del Piave. Soccorso da un’ambulanza e dalla guardia medica del Suem 118, il quarantenne gioielliere, cosciente, dopo un’operazione è stato dichiarato fuori pericolo nonostante la notevole quantità di sangue perso. In quel momento, secondo una prima ricostruzione, all’interno della gioielleria, oltre a Mario e Pierpaolo Toffolatti, c’erano un dipendente e due clienti.


Dei rapinatori, fuggiti su una vecchia Fiat Punto rossa in direzione nord, nessuna traccia. La targa, rilevata da un avventore del vicino bar Cavedon, coinciderebbe con quella di un’utilitaria rubata nel pomeriggio a Conegliano. La serata da Far west sarebbe stata pianificata accuratamente. I tre malviventi sono giunti a Pieve di Soligo verso le 18.30. Ironia della sorte, un’ora dopo un normale pattugliamento in zona dei carabinieri di Pieve di Soligo.

I rapinatori entrano nella piazzetta del borgo commerciale di via Schiratti, dove è presente anche il salone Idea capelli e l’ottica Paoletti, e parcheggiano l’auto. La parcheggiano in retromarcia, pronti a partire per la fuga. La rapina va in scena tra le 18.45 e le 19: i tre, armi in pugno, entrano nell’oreficeria. Nessuno oppone resistenza mentre i rapinatori cominciano a riempire un borsone con il contante in cassa e con tutto quello che capita a tiro. Tutto è pianificato: un «palo» sulla porta, uno per sorvegliare titolari, dipendente e clienti e uno per arraffare gioielli, ori e orologi. Trascorrono una decina di minuti: nei negozi vicini nessuno si accorge di niente. Qualcosa scatta, però, quando i rapinatori stanno per lasciare l’oreficeria.

Uno dei tre lancia forse una provocazione verbale, alla quale con ogni probabilità Pierpaolo Toffolatti reagisce, sempre verbalmente. Al quel punto, mentre i due compagni sono già in fuga, il terzo rapinatore spara al giovane gioielliere, colpendo all’addome. Lo sparo e lo stridore dei pneumatici allertano i colleghi commercianti ed i clienti dei negozi. Dall’ottica Paoletti parte la chiamata ai soccorsi, mentre Pierpaolo Toffolatti è steso dietro il bancone. È cosciente ma perde molto sangue dalla ferita all’addome. Ricoverato al pronto soccorso di Conegliano, risulterà in prognosi riservata. L’uomo è stato subito operato ma è fuori pericolo. Sotto choc il papà Mario, i dipendenti della orologeria (al lavoro, al momento della rapina, in altri locali dello stabile) e i due testimoni, un anziano industriale di Sernaglia e la figlia. I rapinatori sono fuggiti con il bottino in direzione nord, verso la provinciale Sp4. Due ore, sempre a Pieve, è stata ritrovata abbandonata l’auto del colpo.

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