Provincia, altra tegola Imu: a Treviso 576 mila euro

Accordo con Ca’ Sugana per sanare un debito iniziale da 1,1 milioni. La spesa dopo i 110 mila euro di ravvedimenti fatti anche con Preganziol

Federico De Wolanski
L’ufficio tributi del Comune di Treviso all’Appiani dove si paga l’Imu e si pagava la Tasi
L’ufficio tributi del Comune di Treviso all’Appiani dove si paga l’Imu e si pagava la Tasi

Il 2025 a Sant’Artemio verrà ricordato forse come l’anno nero dell’Imu.

Dopo il bonifico fatto al Comune di Preganziol per aver dimenticato di pagare parte dell’Imu su Villa Franchetti, e dopo il ravvedimento operoso fatto anche con l’amministrazione del capoluogo per ulteriori sviste nei pagamenti, S.Artemio ha dovuto riconoscere che la maxi cartella esattoriale inviata a S.Artemio dal Comune di Treviso a fine 2024 era corretta, preparandosi così a pagare a Ca’ Sugana altri 576 mila euro.

Il conto salato

È successo tutto negli ultimi giorni. Prima l’autorizzazione a saldare il Comune di Preganziol versando 23 mila euro, dovuti per quasi 16 mila euro ai ravvedimenti per le passate annualità mancate su Villa Franchetti, e per altri settemila come acconto per l’anno in corso dell’immobile storico.

Poi il “ravvedimento operoso” per 94.282 euro e un acconto da 48 mila a vantaggio del capoluogo. Infine questo versamento, con cui la Provincia ha riconosciuto la correttezza di ben altre contestazioni riferite agli stessi immobili.

Quali? Quelle che pendevano da dicembre 2024, quando Ca’Sugana aveva contestato alla Provincia l’importo complessivo di 1.134.529 euro per l’Imu dal 2019 al 2023 e la Tasi del 2019. Cose da saltare sulla sedia. E così è stato. Non si è però andati per avvocati, ci si è seduti al tavolo.

Sei mesi di contraddittorio

Il confronto è durato sei mesi. Da una parte gli uffici tributi della Provincia, dall’altra quelli di Ca’ Sugana guidati dall’assessore al bilancio Riccardo Barbisan. Il faccia a faccia tra le due parti è stato serrato, carte alla mano ed esperti di settore.

Si è riusciti così ad addivenire a più miti tariffe. Gli avvisi di accertamento notificati il 17 aprile 2025, riemessi dal Comune di Treviso all’esito del confronto in contraddittorio hanno portato l’importo complessivo a 672.781 euro, di cui 485 mila d’imposta, 41 mila di interessi e 146 mila di sanzioni.

A maggio un ulteriore cesellatura che ha portato la cartella esattoriale a quota 576.813, euro, di cui 485 per le imposte dovute, 41 mila per gli interessi, e 50 mila circa per le sanzioni.

A indurre la Provincia a chiudere, e pagare, anche il parere di Maurizio Bonazzi, il consulente incaricato dall’Ente per la sua assistenza nella fase di contraddittorio preventivo e di eventuale “accertamento con adesione”, anche alla luce della difficoltà di impugnare i profili di ripresa fiscale non accolti dal Comune.

Il bilancio

Ora si tratterà di mettere mano al bilancio per far quadrare i conti. Tra Preganziol e Treviso si tratta di quasi 700 mila euro da sborsare, cui si aggiungono gli acconti versati per l’anno in corso.

Per fortuna dell’Ente il 2024 si è chiuso con un avanzo di amministrazione da 7,2 milioni di euro, certificando di fatto una sostanziale stabilità e solidità dei conti.

Vero che Imu da pagare e avanzo di amministrazione insistono su capitoli di bilancio diversi, e che i soldi devono seguire linee di investimento diverse, ma per inatteso l’esborso non metterà in crisi i conti. Chi sorride è invece il capoluogo.

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