Prostitute e lap danceclienti filmati di nascosto

Blitz antiprostituzione della Questura di Treviso questa notte in due lap-dance della Marca sospettati di essere un importante fulcro della prostituzione.
Decine e decine di clienti filmati mentre consumano rapporti sessuali all'interno dei privè. Un rumeno arrestato per sfruttamento della prostituzione e sequestro di persona. Venti ragazze identificate.


E' il risultato del blitz antiprostituzione della Squadra Mobile e della Guardia di Finanza ieri notte in due lap-dance della Marca, sospettati di essere un importante fulcro della prostituzione. Il controllo si è concluso con l'arresto di un romeno, Morrius Valujel, ventiseienne residente a San Fior, che si trovava all'esterno di uno dei due locali che saranno destinatari di un provvedimento di chiusura del questore, Carmine Damiano.


Nei due locali, il «New Queen» di Villorba e «La Sfinge» di San Fior, le ragazze si sarebbero prostituite con i clienti al prezzo di 100/150 euro a prestazione. Decisivo in questo senso il ruolo del rumeno. Secondo gli inquirenti Valujel era il responsabile del reclutamento delle ragazze in Romania. Promettendo loro un futuro sicuro in Italia, e forse anche il matrimonio, le costringeva a trasferirsi nella zona per poi avviarle alla prostituzione all'interno dei locali.


Ultimamente, secondo quanto ricostruito dagli agenti della Squadra Mobile, stava anche cercando di portare nella Marca una minorenne. In questo senso si stava procurando una falsa procura firmata dai genitori della ragazza che gli sarebbe stata affidata. Il rumeno è accusato anche di sequestro di persona, perché avrebbe impedito di uscire di casa ad una delle ragazze costrette a prostituirsi. L'uscita era concessa solamente per andare a lavorare la sera. Gli agenti stanno ora ricostruendo il reale guadagno che l'uomo percepiva grazie alle prestazioni delle ragazze.


A dare il via all'indagine proprio il racconto di una ventenne che era stata illusa da un connazionale di cui era innamorata: Morrius l'aveva convinta a seguirlo in Italia, promettendole un lavoro come badante, un matrimonio, benessere, una vita tranquilla. Una volta in Italia, a Treviso in particolare, si è però scontrata contro un'altra realtà. L'uomo che lei amava, l'aveva fatta arrivare fin qui solo per prostituirsi in un night club, fin dalla prima sera; una volta finito il lavoro veniva segregata in casa.


Sono finiti nei guai i due gestori dei locali, padre e figlio residenti a Musile ma trevigiani di origine: per ora l'unica denuncia è a carico del ventottenne che ha già qualche precedente per quanto riguarda lo sfruttamento della prostituzione.


Le indagini però proseguono. In particolare per capire se ci fosse qualche cliente ricattato. Ad alimentare il sospetto degli inquirenti è stato il ritrovamento, all'interno dello Sfinge, in una saletta, di un sistema di videoregistrazione che funzionava quando le giovani si appartavano con gli avventori. La difesa del locale è che le riprese servivano a garantire la sicurezza delle ragazze. Ma gli agenti della Squadra Mobile, con ogni probabilità, vorranno sentire gli stessi clienti per capire se sono mai stati ricattati. Le ragazze, una ventina in tutto, sono state portate in questura dove hanno ammesso i rapporti sessuali a cui sarebbero state costrette a sottoporsi.

Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso