Prosciolti i vertici Superbeton: «Nessun giro di fatture false»

Susegana, l’accusa era quella di aver ricevuto una fornitura di materiale ferroso inesistente per ottenere vantaggi fiscali: assolti Irma Conte, Roberto e Renato Grigolin
PONTE DELLA PRIULA..SUPERBETON GRIGOLIN VIA 4 NOVEMBRE..FOTOCRONACA ponte priula gregolin susegana bosco vidor cavatori
PONTE DELLA PRIULA..SUPERBETON GRIGOLIN VIA 4 NOVEMBRE..FOTOCRONACA ponte priula gregolin susegana bosco vidor cavatori

SUSEGANA (TREVISO): Il consiglio d’amministrazione della Superbeton spa, composto da Irma Conte e dai figli Renato e Roberto Grigolin, sono stati prosciolti, in udienza preliminare, dalla pesantissima accusa di “dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti”. Un grave reato per il quale, ipoteticamente, gli imputati rischiavano una condanna che va dai quattro agli otto anni di galera.

Il pm: fatture false

L’inchiesta risale all’anno 2012 quando, secondo il sostituto procuratore Gabriella Cama, la Superbeton, azienda cardine del Gruppo Grigolin, riceve da una ditta bresciana, la Power, una fornitura di materiale ferroso per un importo di poco oltre 103.000 euro. Il materiale ferroso in questione sono precisamente delle reti per pavimenti di strade o opere pubbliche o private.

La Superbeton finisce nel mirino dei controlli della Guardia di Finanza e, successivamente, dell’inchiesta coordinata dalla procura della Repubblica di Treviso, quando da un’accurata verifica fiscale emerge che la presunta fornitura di ferro non sarebbe mai avvenuta, se non a livello cartolare. È questa la miccia che fa scattare l’inchiesta per la violazione dell’articolo 2 della legge 74 del 2000 ossia dichiarazione fraudolenta attraverso l’uso di false fatturazioni. Ossia forniture di materiale che avvengono soltanto a livello cartolare.

Il teste chiave

Al termine dell’inchiesta, la procura della Repubblica chiede il rinvio a giudizio dei vertici della Superbeton, ossia di Irma Conte e i figli Roberto e Renato Grigolin, perché avrebbero utilizzato fatture false per forniture di materiale ferroso da utilizzare nei cantieri soltanto al fine di scaricare i costi e averne un ragguardevole beneficio a livello fiscale.

A distanza di quasi nove anni dall’inizio dell’inchiesta, Irma Conte e i due figli, difesi dall’avvocato Piero Barolo, sono stati prosciolti in udienza preliminare dal giudice Gianluigi Zulian. E questo grazie ad un teste chiave.

La sentenza

Nel corso dell’udienza preliminare, la difesa ha chiesto e ottenuto dal giudice Zulian, l’audizione di un testimone, un agente di commercio, che ha raccontato in aula come effettivamente quel materiale ferroso destinato alla pavimentazione di strade e opere pubbliche fosse stato effettivamente fornito dalla ditta bresciana Power alla Superbeton, che ha sede operativa a Susegana anche se quella legale ce l’ha nel territorio comunale di Nervesa.

Una testimonianza chiave che è servita all’avvocato Barolo per dimostrare l’effettività della fornitura e per chiedere al gip Zulian il proscioglimento dei tre imputati dalla pesante accusa. Il giudice, dopo essersi ritirato in camera di consiglio, ha prosciolto gli imputati, per i quali la procura aveva chiesto il rinvio a giudizio davanti al giudice monocratico. —

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