Profughi libici alla caserma Salsa

C'è anche l'ex caserma Salsa di Treviso nella lista ministeriale delle strutture da trasformare in centro di accoglienza per i profughi nordafricani. Insieme alla Romagnoli di Padova (ma si parla anche della Croce Rossa a Jesolo), lo stabile del quartiere Santa Maria del Rovere è indicato come possibile luogo di rifugio in Veneto per chi è fuggito o sta fuggendo dalla Tunisia e per l'eventuale ondata di libici.
La scelta della Salsa non è comunque scontata: per sistemare l'ex caserma abbandonata da anni infatti occorrono almeno 800 mila se non un milione di euro.


Per questo, come per la Romagnoli, si sta pensando a un'eventuale tendopoli da allestire all'esterno, nello spiazzo centrale dell'ex caserma così da ovviare il problema strutturale.


Il sito trevigiano infatti conta su una superficie enorme di 70 mila metri quadri, ossia dieci volte l'intero complesso di
San Leonardo
. L'enorme piazzale centrale della Salsa è quel che resta dell'estesissima piazza d'armi della città.


Anche il prefetto
Aldo Adinolfi
ieri, interpellato dai giornalisti, ha fatto il nome della Salsa come sede trevigiana più papabile per un eventuale accoglienza. Ma proprio per le condizioni di queste e di altre grandi strutture locali ha poi precisato: «Nella nostra provincia non ci sono luoghi adatti per accogliere i profughi. Se ci dovessero essere problemi li aiuteremo. Credo che la Regione potrebbe intervenire su richiesta del ministero».


A questo Adinolfi ha aggiunto la massima attenzione delle forze dell'ordine su un obiettivo sensibile come l'
aeroporto Canova
, comunque già ampiamente presidiato, e l'intensificazione delle attività di intelligence della Polizia su tutto il territorio.


Certo è che il nome di un sito trevigiano e in particolare la Salsa nella lista ministeriale rischia di diventare una vera e propria gatta da pelare per gli amministratori locali.


Già ieri, dopo la conferenza Stato-Regioni al Viminale, il governatore
Luca Zaia
ha messo le mani avanti sottolineando l'assoluta indisponibilità del Veneto «per i clandestini che stiamo vedendo in queste ore a Lampedusa».


«Persone provenienti dall'area nordafricana, ma che nulla hanno a che vedere con gli eventuali profughi provenienti dalla Libia _ ha detto il presidente del Veneto _ E al momento, a quanto risulta, di questi in Italia non ce ne sono. I clandestini invece devono essere portati direttamente nei centri di identificazione ed espulsione».


Nonostante il centro di
Lampedusa
stia esplodendo e il ministro dell'Interno abbia chiesto l'aiuto di regioni, comuni e province per l'accoglienza di 50 mila migranti.


Il piano predisposto dal ministero prevede una distribuzione che tenga conto sul territorio del numero degli abitanti con correttivi per regioni che hanno già una forte pressione migratoria.


La Salsa inoltre è un sito strategico per il Comune di Treviso che aveva già messo gli occhi sulla ex caserma, dove l'assessore all'Urbanistica
Sergio Marton
voleva portare un complesso polifunzionale con strutture pubbliche, residenze e servizi di quartiere.


L'ex caserma già a fine anni Novanta, durante una grave emergenza abitativa, era stata oggetto di un progetto di ristrutturazione per ricavare alloggi per immigrati. Vi avevano partecipato enti locali, associazioni di volontariato ed economiche. Erano stati stanziati i soldi ma alla fine non se ne fece nulla.
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