Profughi a Quinto, è rivolta dei residenti

Tensione a Quinto dove nella notte alcuni residenti sono entrati all'interno degli appartamenti destinati ai profughi per prelevare mobili e televisori per portarli in strada dove sono stati accesi incendi.
Urla, proteste, e un presidio a oltranza. Succede a Quinto sotto i palazzi del complesso residenziale ex Guaraldo, dove ieri mattina sono stati portati 101 profughi, tra quelli ospitati alla ex Treviso Servizi, e quelli scaricati a Villorba da un tir martedì. La prefettura li ha portati con due corriere in via Brondi, dove le società legate all’imprenditore Lorenzo Marinese (ex amministratore della Pio Guaraldo) hanno concesso gli alloggi in affitto a un cooperativa, che si occuperà della gestione dei profughi. Nel pomeriggio è stato necessario l’intervento della Celere per riportare la calma.
La rabbia è esplosa alle 7.30 del mattino, quando le due corriere sono arrivate in via Brondi. In pochi se ne sono accorti immediatamente, ma non hanno tardato a far scattare il passaparola. Alle nove tutte le famiglie residenti nelle sei palazzine sono scese in strada a protestare. Le forze dell’ordine che hanno scortato i 101 profughi si sono trovati di fronte ad una ondata di rabbia. «Qui ci abbiamo investito i nostri soldi, abbiamo acceso mutui per comprare la casa in cui crescere i nostri figli», spiegano alcuni residenti radunatisi nel giardino comune. «Ora queste case hanno perso valore». Ma non sono solo i soldi i problemi.
In molti sono preoccupati per la sicurezza del quartiere. «Come può essere garantita? Ci sono famiglie, con bambini e ragazze, chi controllerà che non succeda niente? Siamo noi gli ospiti da oggi, visto che 30 appartamenti su 40 verranno dati ai profughi». In mattinata è stato necessario anche l’intervento di un’ambulanza, per soccorrere una donna colpita da un malore. Sono volate urla all’indirizzo dei profughi che si trovavano in alcune terrazze dello stabile. Sul posto anche alcuni esponenti delle amministrazioni locali, tra cui il capogruppo leghista di Paese Luca Girotto che ha registrato un video immortalando i momenti di tensione tra residenti e forze di polizia; i sindaci di Quinto e di Paese Mauro Dal Zilio e Francesco Pietrobon. «Credo che la prefettura avrebbe dovuto venire a parlarci», sostiene Paola Grasso residente in via Brondi, «a me dispiace per queste persone, che necessitano di aiuto. Ma non si può gestire in questo modo l’accoglienza. Il problema sono i numeri, 100 profughi divisi in due palazzine dove vivono dieci famiglie, tra proprietari e residenti. Se il prefetto avesse aperto un dialogo, credo si sarebbe potuto trovare un accordo, per ospitarne magari una ventina».
Attorno all’ora di pranzo in via Brondi è arrivato anche Massimo Bonaventura, proprietario di un alloggio in affitto. «L’inquilino mi ha chiamato annunciandomi che se ne va immediatamente. Cosa posso dirgli? Nemmeno io vivrei con 100 profughi vicini». Nel primo pomeriggio in via Brondi è arrivata anche la Celere per evitare che la situazione degenerasse. E i residenti non hanno intenzione di mollare.
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