Potature, vecchi ricettari e filò «Così difendiamo la biodiversità»

le storie
Curare la terra con amore e resilienza. Seguendo le stagioni, rispettando i tempi della Natura. La Comunità dei Produttori delle Mele Antiche di Monfumo ne ha fatto un credo. Le storie dei suoi contadini ne sono la prova. Luca Taschin, 30 anni, fino al 2015 lavorava in fabbrica. «Dopo dieci anni come metalmeccanico sentivo che quella non era la mia strada, che era ora di dare una svolta. Così ho deciso di ritornare alla terra» racconta. Una rivoluzione che forse, era già scritta nel dna, bastava solo saperla vedere. «La mia famiglia ha sempre avuto dei terreni, sono cresciuto in mezzo ai meli, con i racconti del nonno e la passione per gli innesti di mio padre. Ad un certo punto ho capito quelle erano le mie radici e anche il mio futuro» dice Taschin. Ha seguito il suo istinto mettendoci cuore. Quest'anno ha messo a dimora cento piante: pom Limon e de la Fragola, San Piero e il raro pero Zucaron, variazione sul tema, rigorosamente locale. «Tornare all’agricoltura è stata la miarinascita:si fanno tanti sacrifici ma ci sono anche grandi soddisfazioni». Settembre è il tempo della vendemmia ed è in questo momento che entra in scena Stefano Signor, 34 anni, maestro gelatiere ed esuberante creativo del gusto acconciato con i dread. Maneggia la chimica per ottenere il massimo del gusto. «Ho riesumato le “vazze” le rive incolte dove ho piantato mele e fichi» dice. La frutta raccolta diventa dessert ghiacciato da gustare a richiesta in cono o coppetta. «Mi piace trasformare le numerose varietà di mele di Monfumo in gelato, ognuna ha le sue peculiarità e gli ingredienti devono essere lavorati con cura per amalgamare al meglio fibre e zuccheri» dice Signori, che invita tutti nella sua gelateria San Gaetano “Da Mariano” a Castelcucco. «Mia cara “ghisola”» diceva Gabriele D'Annunzio a Eleonora Duse nei momenti di intimità. Non a caso si chiama proprio “Ghisola” il dolce creato dalla Cna di Asolo con il pasticcere Leonardo di Carlo, un altro modo per valorizzare le mele di Monfumo accanto a succhi spremuti a freddo senza aggiunta di zuccheri industriali, confetture e mostarde al naturale. «Abbiamo recepito il passaparola dei nostri anziani, dai nostri nonni recuperiamo i segreti per coltivare le mele, dalle nostre nonne le ricette per conservare a lungo i frutti» aggiunge Martino Pandolfo, presidente Comunità dei Produttori Mele Antiche di Monfumo. Un ritorno al passato che guarda al futuro. Siamo passivamente abituati a mele impeccabili, tirate a lucido, senza vermetto e senza ammaccature. Una perfezione che in natura non esiste. Quando cade la grandine è normale che il frutto risulti un po' bacato. E che dire del goloso calabrone, in compagnia del capriolo, della gazza ladra e della ghiandaia. Apprezzano anche loro la polpa succosa. «Creare una cultura della biodiversità è il nostro obiettivo e trasferirla alle giovani generazioni è un dovere» conclude Elvira Rugolo, vicepresidente della Comunità dei Produttori Mele Antiche di Monfumo «conoscere la storia dei prodotti della nostra terra ci aiuta ad essere consumatori più consapevoli». —
V. C.
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