Ponte di Piave e Salgareda torna l’idea della “fusione”

PONTE DI PIAVE. Dopo 40 anni si ricomincia a parlare seriamente di una possibile fusione tra i Comuni di Ponte di Piave e Salgareda. Ad attualizzare questo vecchio progetto è stato alcune sere fa,...

PONTE DI PIAVE. Dopo 40 anni si ricomincia a parlare seriamente di una possibile fusione tra i Comuni di Ponte di Piave e Salgareda. Ad attualizzare questo vecchio progetto è stato alcune sere fa, alla presenza delle giunte di Ponte di Piave e Salgareda, Fiorenzo Roma, già consigliere comunale di Ponte di Piave, consigliere provinciale, già segretario Udc ed oggi commissario provinciale dell’Alleanza di centro. «I tempi sono ormai maturi », ha esordito a sorpresa, «dobbiamo interpretare un sentimento popolare diffuso e come uomini pubblici dobbiamo favorire l’unione tra queste due nostre comunità».

Fiorenzo Roma ha evidenziato «come ormai la gran parte delle tantissime associazioni presenti sul territorio si siano tra loro fuse, da quelle sportive a quelle culturali, fino alle varie associazioni d’armi». Per l’ex consigliere comunale è finito il tempo dei localismi e dei campanilismi. «Dobbiamo», ha ribadito, «guardare al futuro con coraggio ed entusiasmo, i campanilismi sono superati».

Un ragionamento che ha subito trovato un positivo riscontro tra i presenti. «Il sottoscritto», ha esordito invece Enzo Lorenzon, «tanti anni fa ha fatto parte di un comitato pro fusione e quando ho acquistato la casa di Goffredo Parise l’ho messa subito a disposizione dei due assessorati alla cultura. Sono entusiasta di questa proposta».

Vito Messina, sindaco di Salgareda ha, quindi, ricordato «come già da tempo alcuni servizi siano gestiti insieme dai due Comuni con ottimi risultati, in primo luogo la polizia locale». Il primo cittadino ha voluto però precisare: «L’auspicata unione non deve essere imposta dall’alto, ma dovrà nascere dai cittadini. Se questa è veramente la volontà della nostra gente non potremo tirarci indietro». Sulla stessa linea Luciano De Bianchi, vicesindaco di Ponte di Piave.

Più risoluto il primo cittadino di Ponte: «Condivido il ragionamento del mio collega di Salgareda, ma dobbiamo dare noi un impulso, altrimenti passano altri 40 anni e niente si muove. I Comuni annaspano per la carenza cronica di liquidità, l’unione porterebbe solo vantaggi. Dobbiamo spiegarlo ai nostri concittadini e magari poi interpellarli con un referendum consultivo».

Alvise Tommaseo

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