Poche firme: referendum anti-Merlin ko

MOGLIANO. Mancano ancora all'appello decine e decine di migliaia di firme, probabilmente almeno metà sulle 500mila richieste (il comitato referendario preferisce non fornire dati ufficiali in queste ore), oggi scadeva il termine per la raccolta, ma secondo il sindaco Giovanni Azzolini c'è tempo ancora fino al 16 ottobre. La campagna referendaria per l'abrogazione della Legge Merlin e la riapertura delle case chiuse continua, anche se le 500mila firme necessarie rimangono un lontanissimo miraggio.
Raggiungere l'obiettivo fissato dalla Costituzione, all'articolo 75, per il sindaco moglianese si sta rivelando impresa davvero ardua, malgrado le numerose adesioni. Tra queste anche quella, ultima in ordine di tempo, di Sveva Belviso capogruppo Pdl nel consiglio comunale di Roma, nonché ex vicesindaco della giunta Alemanno. Il sindaco moglianese nella capitale si è recato proprio la settimana scorsa, venerdì 27 settembre, e si è praticamente “autoconcesso” una deroga ai termini previsti dalla legge. Il tempo scadeva proprio oggi ma l'interpretazione delle norme da parte del sindaco è un po' diversa dai consueti standard. La procedura seguita da Azzolini offre altre due settimane di tempo per consegnare le firme necessarie a supportare la domanda di referendum abrogativo. Il quesito, nel frattempo, è già stato depositato. In forma separata seguiranno anche le firme: «A Roma abbiamo consegnato alla Corte di Cassazione la richiesta ufficiale di referendum» spiega Azzolini «e ci è stato consegnato il verbale di deposito. Ci siamo impegnati a consegnare le firme entro il 23 ottobre. Le norme dell'articolo 75 della Costituzione, secondo la nostra interpretazione, distinguono infatti tra la richiesta del referendum, che va presentata entro il 30 settembre, ed il deposito delle firme, che deve avvenire entro 90 giorni dalla vidimazione del primo modulo che, nel nostro caso è avvenuta il 23 luglio». L'estate passata rincorrendo il mezzo milione di firme continua ancora un po' per due settimane. Entro il 16 di ottobre Azzolini ha chiesto a tutti i Comuni e alle persone che hanno aderito alla sua battaglia, di inviare i moduli. Ma quante firme sono state raggiunte fino ad oggi? Il sindaco Azzolini alla domanda non risponde, azzarda solo, come da sua abitudine, un pronostico positivo: «Non ho gli strumenti per fare stime, teniamo le dita incrociate speriamo di farcela». I numeri, anche questa volta, non sono molto dalla sua, eppure ostenta ottimismo: «Sono arrivate nel nostro Comune 3000 buste con i moduli che provenivano da ogni parte d'Italia, questa è già una bella sorpresa. Saranno minimo 60mila firme. Ora c'è anche Roma che spinge: confido di farcela». A Mogliano quante persone hanno firmato? «Circa tremila». Che non sono tantissime.
Tutti i limiti della campagna referendaria orchestrata dal sindaco Giovanni Azzolini, con un manipolo di dieci fedelissimi, stanno ora emergendo. Ed è ormai più netta che mai la distanza con la Lega Nord, quello che in linea teorica dovrebbe essere il partito del sindaco moglianese. Il supporto delle segreterie, dei militanti e degli altri assessori del Carroccio, salvo rare eccezioni, a questa battaglia è stato quasi inesistente. O ha addirittura remato contro.
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