Pintus e Giacobazzi il grande cabaret sceglie la Marca

Il grande cabaret sceglie la Marca e propone in dicembre due appuntamenti di grande sollecitazione comica.
Domenica 8 alle 21 arriva all'Accademia di Conegliano Angelo Pintus, il comico più rappresentativo di Colorado, con "50 Sfumature di…Pintus” nel quale esprimerà tutto il suo talento di grande intrattenitore, sia comico che musicale.
Giovedì 12 alle 21 il Palamazzalovo di Montebelluna si apre a Giuseppe Giacobazzi, scrittore, comico e anche attore… divertente, simpatico e "sburone", di casa a Zelig con il suo nuovo spettacolo teatrale: “Un po’ di me (genesi di un comico)”.
Sull'onda della memoria storica che pone nel 1881 a Montmartre, quartiere di Parigi, la nascita del primo cabaret a "Le chat noir", dai programmi di Colorado, in cui propone la rubrica "Sfighe", il triestino Pintus pesca dal libro di James "Cinquanta sfumature di grigio" e lo trasforma in "50 sfumature di Pintus".
Nel fare questo assicura le sue fans: «Care donne, a differenza di quelle di grigio, le sfumature di Pintus vi faranno ridere!!! Forse... e se lo dico io potete non credermi!!».
E prosegue: «Il lavoro del comico è un lavoro strano... la gente per strada ti ferma e crede sempre che tu possa farla ridere... sempre! Beh! con le sfumature di Pintus...» Ingresso da 19,50 euro a 31. Info: agenzia Eventi Conegliano – numero verde 800.910.636.
Dopo l’enorme successo ottenuto in tivù a Zelig con il peso di quasi venti anni di carriera tra palchi, radio, libri, cinema e tivù, Giuseppe Giacobazzi torna in teatro con “Apocalypse" ricordandosi sempre di essersi "poveta romagnolo vinificatore". Al centro del suo incedere, ancora una volta, l’attualità italiana con la sua mimica ed il suo umorismo unici.
Dai reality show ai telegiornali, dalla pubblicità alle mode del momento. Ovviamente fondamentale, poi, è il suo rapporto con le donne all’interno del rapporto di coppia.
Non manca infine l’ironia sempre affettuosa con cui Giacobazzi analizza gli stereotipi del quarantenne perennemente “giovane”. Sull'onda di una caratterizzazione delle sue esibizioni in accento tipico e in abbigliamento un po' démodé, il cabarettista di Alfonsine promette: «Cercherò di raccontarvi quello che sono; passando dai miei ricordi fanciulleschi delle vacanze al Viagra, da un passato trascorso lavorando nella moda fino alla nuova realtà di genitore. Lo farò a modo mio, senza fronzoli, in maniera schietta e sincera, lasciando però sempre un piccolo spazio aperto alla poesia, spesso ignorata nella vita di tutti i giorni».
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