Pinarello pedala francese: Vuitton punta il marchio

TREVISO. Louis Vuitton corteggia Pinarello. L'azienda trevigiana di bici è nel mirino del gruppo Lvmh, che fa capo all'imprenditore Bernard Arnault, supercolosso del lusso cui fanno capo i marchi più noti, da Louis Vuitton a Moet & Chandon, da Kenzo a Dior, alle case svizzere di orologi e cronometri.
La trattativa è avviata, condotta per l'azienda trevigiana da uno studio milanese specializzato, e potrebbe perfezionarsi a breve. Massimo riserbo sull'iter, e sulla cifra dell'operazione. Ma sembra che un fondo di Lvmh stia aprendo il nuovo fronte del lusso nello sport, nel wellness e nel tempo libero. E abbia individuato nella casa trevigiana il brand da acquisire, o controllare per le bici.
La trattativa – nata alcuni mesi fa – è stata preceduta da un delicatissimo e complesso riassetto della holding di famiglia: una piccola grande galassia che spazia dal controllo dell'azienda ad attività immobiliari, dalla società che si occupa di viaggi alla gestione di terreni e altri beni, alle partecipazioni in altre società, compresa la Fondazione Andrea Pina onlus. E' stato Fausto Pinarello - il primogenito del fondatore Nani Pinarello - attuale presidente della Cicli Pinarello in azienda sin dal 1977, a gestire questo passaggio, preliminare alla trattativa con il colosso transalpino, che apre indubbiamente una nuova frontiera.
Concentrato dei marchi del lusso, dalla moda agli alcolici, dai profumi agli orologi, Lvmh può adesso inaugurare un nuovo segmento, quello dello sport di alta gamma. A supporto ci sarebbero anche partner americani.
E non c'è dubbio che gli ultimi gioielli prodotti dall'azienda di viale della Repubblica – in primis l'F8 Dogma, la “Ferrari delle bici” – rappresentino quanto c'è di più avanzato nel mondo della due ruote. Con costi all'altezza delle prestazioni, e della ricerca hi-tech che stanno a monte: si va dai 10 ai 12 mila euro per un modello.
Fausto Pinarello, se l'operazione andrà in porto, resterà al timone dell'azienda, la Cicli Pinarello, di cui è oggi presidente. La sua posizione potrebbe essere quella di amministratore delegato, sempre con pieni poteri. Le indiscrezioni dicono anche che nulla cambierebbe nelle strategie aziendali, e nella politica dei grandi eventi (in primis la Pina, una delle granfondo più conosciute al mondo), e anche nelle partnership tecniche e nelle sponsorizzazioni, cui si è aggiunta ora la mostra di Marco Goldin sugli Impressionisti, con tanto di iniziative collaterali.

Un segno del riconoscimento che il colosso del lusso transalpino dà all'azienda trevigiana, impostasi come una delle grandi protagoniste, e suggellata negli ultimi anni dalla collaborazione tecnica con la corazzata Sky.
L'imprenditore, nel recente riassetto operato sulla holding, ha agito rispettando le quote di famiglia, con la suddivisione fra i 4 eredi diretti. E dunque Ida Gobbo, la vedova del leggendario patriarca Nani, scomparso nel 2014 a 92 anni; Gloria, vedova del terzogenito Andrea, morto a soli 40 anni nel 2011, stroncato al termine di una corsa ciclistica in Friuli; e la secondogenita Carla Pinarello, sorella di Fausto.
Lo scorso anno c'era stato un altro riassetto societario, tutto interno all'azienda. Erano usciti Roberto Della Pietà, consorte di Carla Pinarello, e il figlio Nicola Della Pietà, inizialmente il manager di famiglia designato ad affiancare Fausto, dopo la scomparsa prematura di Andrea. In sostanza, il patrimonio della dynasty era stato riportato tutto sugli eredi diretti di Nani. Col risultato che ora i Della Pietà senior e junior si sono spostati nel campo del Prosecco biologico, con il campione di ciclismo Marzio Bruseghin. Potevano le indiscrezioni sui francesi non innescare la battuta della piazza? C'è già chi ci ricama sopra: «Nascerà la Pinarellò».
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