Pillastrini va all’assalto «Cambiare per vincere»
«Abbiamo cercato i migliori. Ci sono tiratori in più e una difesa importante»

TREVISO. Un allenatore che arriva a lavorare quattro anni con la medesima squadra significa almeno un paio di cose, l’una conseguente all’altra: che la società ha fiducia in lui e che lui crede nel progetto della dirigenza. È il caso di Stefano Pillastrini, che arrivò a Treviso Basket nel 2014 accettando di condividere un’avventura in un club, non una piazza, totalmente a digiuno di grande pallacanestro ma pronto a misurarsi con essa. Sostanzialmente non era altro che una scommessa, certamente vinta. E dopo un triennio con risultati migliori di ogni previsione, vedi aver vinto tre volte la regular season, anche quest’anno Treviso Basket e il "Pilla" proseguono a braccetto nei rispettivi processi di crescita e maturazione, con un roster però che dei precedenti ha conservato appena un paio di giocatori, Fantinelli e Negri, ed un giovane di belle speranze tutto da scoprire come De Zardo. Il resto è nuovo di zecca ed il compito dell'allenatore romagnolo è intuibilmente più complicato rispetto a prima. A maggior ragione considerando che il precampionato è stato piuttosto travagliato, zeppo di giocatori infortunati che solo ora, ed a fatica, stanno recuperando, con l’eccezione di Fantinelli, che ne avrà ancora per non si sa quanto. «Beh, sì, la preparazione è stata molto particolare» spiega il coach «ci abbiamo messo il massimo dell’impegno ma, per forza di cose, il nostro vero precampionato lo stiamo facendo adesso. Chiaro che, pur facendo a meno di un giocatore, possiamo iniziare a lavorare con un centro di ruolo come Bruttini, cosa che prima non era mai avvenuta, oppure con un pacchetto di esterni con un elemento atletico come Negri».
Non era previsto posticipare di un mese la preseason.
«Certamente no, è uno degli intralci che possono capitare e cercheremo di viverlo limitando il più possibile i danni».
Per tre anni di fila avete vinto la regular season, stavolta non dovesse accadere nessuno si strapperà i capelli.
«Non ce li saremmo strappati nemmeno prima. Oggi la De’ Longhi è molto più esperta, quindi ha nel suo Dna le qualità per sopportare meglio i momenti di difficoltà. I giocatori li stiamo conoscendo adesso ma sappiamo che nella loro carriera ne hanno già viste parecchie: al primo anno eravamo tutti esordienti, al secondo ed terzo ragazzi che avevano l’esperienza della stagione precedente».
Che girone sarà rispetto al passato, più o meno difficile?
«Gli ultimi anni la A2, soprattutto nel girone Est, è stata di alto livello, e mi sembra che la crescita continui. Non c’è più la Virtus Bologna, d’accordo, ma è migliorato il livello medio. Vedo tante formazioni di medio livello che possono diventare molto pericolose, e squadre materasso non ce ne sono. Ma non è una novità. Poi è evidente che il campionato alla lunga può dire tante cose, però io non vedo in partenza squadre che non siano attrezzate per fare comunque un buon campionato».
Avete cambiato pelle e di conseguenza modo di giocare.
«Siamo diventati una squadra più leggera e dotata di meno stazza, con tanti giocatori votati all’attacco e qualche tiratore in più. Nonostante queste caratteristiche vogliamo costruirci una difesa importante».
Perché quest’anno avete deciso di cambiare rotta?
«È stato fatto nell’ottica di avere in quintetto quattro giocatori esterni, cercando di prendere i più forti giocatori a disposizione sul mercato. E noi l’abbiamo fatto con coloro che avevano determinate caratteristiche».
Avete cambiato perché prima avevate avuto il massimo?
«In quei tre anni abbiamo ottenuto tantissimo, sono stati straordinari, ma con situazioni che non potevano andare avanti: ad esempio Moretti ha fatto un’altra scelta. Quella squadra aveva fatto un certo percorso e così abbiamo deciso che era giunta l’ora di un cambiamento».
Anche la scelta di un unico americano è stata ponderata.
«Sicuro, l’abbiamo detto chiaramente: l’esperienza di queste ultime stagioni ci ha fatto capire che a campionato in corso, a differenza dell’estate, è difficile intervenire sul mercato dei giocatori italiani, ci siamo tenuti la possibilità di spendere un visto».
Bergamo sarà avversario coriaceo ed ostico, come tutti.
«Non penso che ci sia una gara facile. Loro sono squadra molto tattica, capace di cambiare volto, con giocatori abituati ad essere protagonisti e che arrivano dalla B. Squadra anche operaia, stranieri di sostanza, parecchie tattiche difensive, con pressing e varie zone. Partita scorbutica».
Nella quale dovrà risaltare la vostra qualità offensiva.
«Dovrà risaltare tutto, dovranno uscire i miglioramenti difensivi, compattezza di squadra, talento offensivo. Dovremo cercare di ottimizzare e di crescere da ogni punto di vista».
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