Pieve di Soligo piange Bruno Bellè, chef degli artisti e dei politici

Era lo storico ristoratore del locale “Alla Colomba”, che ha gestito fino a due anni fa. Tra i suoi ospiti, Giulio Andreotti, Enrico Berlinguer, Amintore Fanfani, Claudio Martelli, Albino Luciani, Andrea Zanzotto e Toti Dal Monte 

Francesco Dal Mas
Bruno Bellè nel ristorante "La Colomba"
Bruno Bellè nel ristorante "La Colomba"

PIEVE DI SOLIGO. È morto, per le conseguenze di una brutta caduta, Bruno Bellè, 84 anni, il rettore del tempio della cucina dell’Alta Marca, qual è stato per tanti anni il ristorante “Alla Colomba”, un luogo quasi di culto per politici di fama, ministri, cardinali, militari, artisti.

Bruno e la moglie Graziella Bortot (il figlio Loris è titolare dell’omonimo albergo) dopo quasi sessant’anni avevano deciso di abbassare le serrande un paio di anni fa. «Ad un certo punto della vita, tutti devono fare i conti con l’implacabile passare del tempo – ammetteva all’epoca lo chef - fosse per la passione riapriremmo oggi stesso, ma oramai il fisico non ce la fa più».

La sua storia è di chi si è fatto da sé. Rientrato dalla leva, Bellè ha cominciato da prima osteria con cucina di Pieve di Soligo, che egli stesso definiva “una delle più povere”. Dopo le difficoltà dei primi anni, iniziavano però le prime gratifiche in termini di clientela. Da Giulio Andreotti a Enrico Berlinguer, Amintore Fanfani, Claudio Martelli. E poi, Albino Luciani, diventato poi Papa Giovanni Paolo I. Qui erano di casa il ministro Francesco Fabbri, Toti Dal Monte ed il poeta Andrea Zanzotto. Con viva soddisfazione aveva ricevutol'onoreficenza di Commendatore della Repubblica italiana dall’ex presidente Giorgio Napolitano. Non mancava mai di raccontare simpatici aneddoti.

«La Toti era una grande esperta di cucina - svelava - molto appassionata, sapeva riconoscere e ricercava la qualità, mi obbligava a preparare lo zabaione al tavolo, davanti ai suoi occhi, per il timore che usassi quello già pronto». Era spesso suo ospite il cardinale pievigino Beniamino Stella: «Mi saluti papa Francesco» gli chiedeva Bruno. E i saluti davvero arrivavano. «Bruno ha lasciato un vuoto enorme prima con la chiusura della sua Colomba e adesso con la sua improvvisa morte. Un vuoto – precisa il sindaco – che mi crea turbamento, lo consideravo come un terzo nonno». «Siamo tutti addolorati. Con Bruno Bellè se ne va un protagonista assoluto della cucina trevigiana e veneta, chef di straordinario talento e di squisita convivialità» è il ricordo di Marco Zabotti, direttore scientifico Istituto Beato Toniolo.

Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso