Piano B per il basket: la Lega Adriatica

Gli sponsor spingono: se arriva un nuovo no, si sbarca nel campionato dell’ex Jugoslavia. Ma i campioni «frenano»
Prandi Villorba Benetton- venezia in foto tiosi tv
Prandi Villorba Benetton- venezia in foto tiosi tv

La tentazione è fortissima. Ed ora è formalmente sul piatto, perchè il contatto c’è stato, è stato coltivato e sarebbe sul punto di essere perfezionato. Il Treviso Basket potrebbe disputare la prossima stagione nella Lega Adriatica NLB, il campionato che raccoglie alcune delle più prestigiose squadre della ex Jugoslavia (Olimpia Lubiana, Cibona Zagabria, Partizan e Stella Rossa Belgrado) ma anche il più importante club di Israele (il Maccabi, che però sta per uscire). Ieri mattina i «grandi soci», insieme al presidente del Consorzio Universo Treviso, Riccardo Pittis, hanno seriamente discusso dell’opportunità di portare i colori biancoverdi sulle sponde dell’Adriatico. Riuniti nello studio di uno dei più storici appassionati del canestro trevigiano, gli industriali e gli ex campioni della Benetton hanno discusso del futuro prossimo del basket trevigiano dopo i rovinosi esiti dei ricorsi federali che hanno cancellato dalla geografia del basket nazionale la società trevigiana. Tra reticenti ed entusiasti, le decisioni condivise sono tre: attendere il verdetto della corte federale (atteso per mercoledì), approfondire la possibilità di iscriversi al campionato della Lega Adriatica e, infine, sondare il mondo della tifoseria storica sull’opzione LegaDue/Lega Adriatica.

E’ definitivamente tramontata, invece, la possibilità di acquisire i diritti della Fortitudo Bologna. Resta il «contentino» di LegaDue, possibilità cui la Federazione sembra aver lasciato una porta aperta. Oppure il grande salto nel campionato adriatico. Insomma: la scelta sarebbe tra calcare i parquet di Imola, Scafati e Forlì. O scegliere quelli di Zagabria, Belgrado e Lubiana.

Rimane comunque lo scoglio dei giocatori: dopo lo scioglimento della Benetton e le traversie federali, Treviso parte praticamente da zero, con una squadra tutta da costruire e con degli investimenti non secondari da compiere. La Lega Adriatica chiede garanzie sulla rosa dei giocatori: che siano, cioè, all’altezza del campionato della ex Jugoslavia, dove militano alcuni tra i più forti atleti europei.

A far pendere l’ago della bilancia a favore della Lega Adriatica è la possibilità, offerta a Treviso per la prossima stagione, di pagare le trasferte. Un gettone cui soprattutto gli sponsor non sono del tutto indifferenti. Questi ultimi ragionano anche sulla prospettiva di una visibilità «adriatica» ai rispetti business. A Marco e Matteo Fabbrini di Ita, International Tobacco Agency, Stefano Bordini di Centro Gomme, Gianantonio Tramet, di Tramite Srl, Stefano Bottari della Concretix, non dispiace allargare il proprio orizzonte a quell’area. Con la possibilità, esigua ma comunque da tentare, che anche Veneto Banca possa essere della partita: la dorsale adriatica è da sempre il cuore degli interessi del gruppo bancario di Montebelluna.

La possibilità di aderire al campionato della ex Jugoslavia avrebbe l’effetto di una bomba che scoppia tra le mani della Federazione pallacanestro, che non ha perdonato nulla al basket trevigiano mentre, viceversa, ha dimostrato indulgenza nei confronti di Napoli.

L’odissea della pallacanestro trevigiana, dunque, è a un punto di svolta. Entro questa settimana dirigenti e sostenitori della nuova società dovranno sciogliere definitivamente le riserve e, valutati gli esiti dei ricorsi federali (finora tutti negativi) decidere cosa fare.

L’abbraccio alla Lega Adriatica potrebbe trovare inaspettati alleati: giusto pochi giorni fa, lo stesso governatore del Veneto, Luca Zaia, aveva lasciato intuire tutta la sua delusione per l’atteggiamento della Federazione italiana pallacanestro. «Giocheremo a cricket. O, meglio ci faremo una Lega Basket tutta per conto nostro, perchè si deve capire che non si può tirare il freno a mano di un treno in corsa».

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