Peculato a scuola, oggi dal giudice
CASALE
Peculato tra le mura della segreteria scolastica: il pubblico ministero Antonio De Lorenzi vuole sentire la figlia dell’impiegata amministrativa, ovvero l’altra metà di questa storia ingarbugliata e che tanto fa indignare. Secondo l’accusa, per almeno quattro mesi nel corso del 2010 la cinquantenne ex impiegata – che lavorava all’Istituto comprensivo di Casale - avrebbe versato un falso stipendio alla giovane figlia, insegnante e momentaneamente a casa in attesa di una cattedra: per questo l’ex dipendente dovrà rispondere dell’accusa di peculato. L’interrogatorio è fissato per oggi anche se, da quanto si è appreso, la giovane insegnante – difesa dall’avvocato Marco Forlan – non dovrebbe rispondere alle domande del magistrato. I legali dell’ex impiegata amministrativa, Elena Rebecchi e Cristiano Dalla Torre, intanto, attendono che la loro assistita sia sentita dal pubblico ministero. Al momento – fanno sapere – non è arrivata alcuna richiesta. Secondo l’accusa, la donna avrebbe architettato un sistema ingegnoso e tanto semplice per versare ogni mese lo stipendio anche alla figlia, che pure in quel momento non lavorava. Come? Semplicemente inserendo il nominativo della giovane insegnante tra quello dei dipendenti da pagare. Il trucchetto era venuto alla luce con il trasferimento dell’impiegata amministrativa a Breda di Piave. Erano così scattate le denunce. Ma del caso di presunto peculato all’Istituto comprensivo casalese non se ne parla solo nelle aule giudiziarie. Il tema sarà al centro di un’interpellanza presentata dal Pdl che verrà discussa nel Consiglio di giovedì: «Il gruppo consiliare chiede di conoscere se l’amministrazione intenda sostenere l’Istituto comprensivo qualora questo volesse costituirsi parte civile in giudizio» si legge nel documento.(ru.b.)
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