La missione in Gambia del dottor Sarto per il cuore dei giovani atleti

Il direttore della Medicina dello Sport dell’ospedale di Treviso con la onlus Protection4kids: «Screening agli sportivi e una ecoscopia cardiaca Agiamo per le cure»

Valentina Calzavara
Il dottor Patrizio Sarto
Il dottor Patrizio Sarto

Missione umanitaria in Gambia per il dottor Patrizio Sarto, direttore della Medicina dello sport dell’ospedale di Treviso.

Per una decina di giorni il primario ha prestato servizio nel Paese, tra i più poveri dell’Africa, per valutare la salute del cuore di una sessantina di giovani atleti.

«Come medico e cardiologo dello sport ho sempre creduto nella forza dello screening: un’attività apparentemente semplice che può salvare una vita. Ma alcuni viaggi cambiano il modo in cui si guarda al proprio lavoro» racconta il dottor Sarto che non è nuovo a questo tipo di esperienze.

Per la quarta volta, al fianco della onlus castellana Protection4Kids, è partito. In questa occasione ha portato con sé il macchinario per l’elettrocardiogramma (donato dall’Ulss 2).

«Abbiamo quindi proposto a sessanta giovani sportivi uno screening medico-sportivo completo di anamnesi, visita, elettrocardiogramma e quest’anno anche un test da sforzo.

Inoltre, abbiamo eseguito una ecoscopia cardiaca per visualizzare nel dettaglio la parte anatomica da analizzare, quando si sono resi necessari degli ulteriori accertamenti» aggiunge.

Per otto pazienti è emerso il rischio di un possibile problema cardiaco da approfondire con ulteriori esami.

Ora il dottor Sarto, insieme alla squadra di clinici e volontari della missione, si sta impegnando affinché questi ragazzi possano avere dignità di cura: una diagnosi certa e se sarà necessario, la terapia indicata. L’incontro con il gruppo di adolescenti-calciatori, con la loro forza di volontà e resilienza, fa dire a Sarto che si tratta di un’esperienza che non ha eguali.

«A quaranta chilometri da Banjul, la capitale del Gambia, in un piccolo villaggio chiamato Mandinari, un rettangolo di sabbia diventa un campo da calcio e una speranza. È lì che ho incontrato Saar Modou Lamin Touray, un ragazzo straordinario.

Senza nulla togliere ai grandi campioni che ho conosciuto e assistito nella mia carriera, lui è sicuramente il più forte di tutti».

Saar ha trent’anni e un talento calcistico incredibile che lo ha portato fino alla Dinamo Bucarest. Poi un doppio infortunio al legamento crociato anteriore di entrambe le ginocchia lo ha costretto a tornare a casa. Il suo sogno sportivo si è quindi brutalmente infranto, ma non la sua tenacia.

A Mandinari il giovane Saar ha dato vita all’accademia calcistica dove il dottor Sarto è approdato per il check up agli atleti affiancato dai membri della missione umanitaria, Leo e Danny Castiglione.

«Mi sono affezionato a Saar e lo ammiro, perché ha saputo trasformare la ferita della sua rinuncia allo sport in un progetto che sta germogliando: in un luogo dove manca tutto, il calcio è molto più di un divertimento, è un luogo sicuro e un’opportunità». 

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