Pasta Zara deposita il piano. I sindacati: «Ora trenta assunzioni»

RIESE PIO X. Confermato il salvataggio di Pasta Zara ad opera di Barilla (che rileverà lo stabilimento di Muggia): ieri scadeva il termine per la presentazione del piano di concordato, che è stato correttamente consegnato giovedì pomeriggio. Nessuna sorpresa né contrattempo, quindi: nel piano è previsto che lo stabilimento di Riese lavori a ciclo continuo, per questo i sindacati chiedono trenta assunzioni in più dopo che diversi addetti avevano abbandonato l’azienda sfiduciati dal momento di crisi.
Il piano
Lo stesso presidente di Pasta Zara, Furio Bragagnolo, ha confermato di aver depositato il piano giovedì; ora il Tribunale provvederà, con i tempi tecnici del caso, a esprimersi sulla fattibilità dell’operazione, che ha già ricevuto il via libera degli operai e del consiglio di amministrazione. Confermato, quindi, che Barilla ha presentato un’offerta vincolante per l’acquisto del ramo d’azienda relativo allo stabilimento di Muggia, e che a Riese si lavorerà a ciclo continuo. Nessun addetto sarà lasciato a casa, anche se per Riese è concreta la possibilità di cassa integrazione per gli impiegati perché gli amministrativi avranno, evidentemente, uno stabilimento in meno da gestire avendo “perso” quello di Muggia. Alla voce sacrifici va registrata l’interruzione del premio di produzione dal 2018 al 2022, e la stretta sui controlli per quanto riguarda l’assenteismo. Ogni sei mesi il piano sarà sottoposto a verifica dalle forze sociali e dall’azienda. Una svolta giudicata favorevolmente anche dagli investitori, e al momento il via libera del Tribunale è considerato (quasi) una formalità.
Nuove assunzioni
Sono le forze sociali, in questa fase, ad alzare la voce, perché l’arrivo del ciclo continuo a Riese sconvolge gli equilibri interni della forza lavoro. «Una decina di addetti hanno già abbandonato l’azienda nei mesi scorsi» spiega Sara Pasqualin, segretaria generale Flai Cgil Treviso, «in questo momento non ci sono le persone per garantire l’operatività del piano. Secondo le nostre stime servirebbero almeno trenta persone soltanto a Riese, non si possono chiedere sacrifici eccessivi a quelli che sono rimasti in organico». I nuovi innesti - per i quali, tuttavia, non ci sono informazioni ufficiali dalla società - andrebbero a rinforzare il reparto produttivo, mentre, come detto, l’organizzazione degli impiegati dovrà essere rivista. Riese lavorerà sette giorni su sette e potrà rifornirsi di prodotti da Muggia. Sull’intera operazione, comunque, il parere delle forze sociali (a Riese è rappresentata anche la Uil) è positivo: da pastificio in crisi a stabilimento al top in Europa.
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