Pascoli devastati, doppiette contro i cinghiali

Valdobbiadene, i malgari sul piede di guerra: alpeggio a rischio. Ieri è stato abbattuto un esemplare

VALDOBBIADENE. Cancellati i pascoli di Valdobbiadene dalla furia dei cinghiali. Per i malgari del Monte Cesen e delle Pianezze, una vera emergenza, perché di fatto i loro animali non hanno più prati a disposizione. Il Comune venerdì pomeriggio ha incontrato gli allevatori assieme alla Provincia e ai cacciatori della riserva alpina, e ieri mattina le doppiette sono già entrate in azione. La strategia comune prevede però un prelievo scientifico di numerosi esemplari da ricollocare in un altro ambiente. Preoccupazione anche per chi abita a valle: «La stabilità idrogeologica della montagna corre un grande rischio» precisa Luciano Fregonese, sindaco di Valdobbiadene, dopo il sopralluogo in zona. «Oltre ai danni per il turismo e per i pascoli di una decina di malghe, gli ettari devastati hanno una minore stabilità in caso di forti piogge. Nei prossimi giorni interverremo con urgenza, non possiamo permetterci di arrivare all’autunno in queste condizioni». Dalle foto scattate dall’assessore provinciale Mirco Lorenzon, che ha accompagnato l’amministrazione in sopralluogo, si fatica a credere che i prati “arati” non siano stati stravolti da un mezzo agricolo, ma dall’attività costante e notturna dei cinghiali. «Il danno economico è elevato per le malghe che praticano il pascolo con i propri bovini» ha spiegato al termine della visita Lorenzon. «Parecchi ettari devastati e il rischio idrogeologico che aumenta in caso di piogge. Teniamo presente che la montagna vive grazie all’alpeggio dei bovini e all’esistenza di malghe e attività di agriturismo tra cui Malga Mariech e Malga Barbaria. Anche queste attività vengono compromesse dalla presenza dei cinghiali». «Ora, purtroppo, questa attività sta subendo danni ingenti» è l’allarme di Piero Geronazzo, vice sindaco, «nei prossimi giorni incontreremo ancora allevatori ed enti preposti. Ieri mattina c’è stata una battuta di caccia che ha portato all’uccisione di un esemplare e alla fuga di altri due, si trattava di intervento autorizzato dagli organi competenti». (a.d.p.)

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