Parte da Treviso lo studio internazionale per sconfiggere i tumori senza cura

È capofila di una ricerca con Aviano e Boston contro il cancro gastrointestinale. Il professor Dei Tos: obiettivo, trasformare i tumori più aggressivi da patologia mortale a malattia cronica
Tome agenzia fotofilm treviso intervista medico in redazione
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TREVISO. Non è un caso che la definizione di tumori rari sia nata proprio a Treviso. «Nel 2007 organizzammo una serie di incontri all’hotel Carlton che coinvolsero scienziati da tutto il mondo. Eravamo impegnati a condividere le nostre conoscenze sulle “rarecare”, le neoplasie rare, e da allora non ci siamo mai fermati» ricorda il professor Angelo Paolo Dei Tos, primario di Anatomia Patologica dell’ospedale Ca’Foncello, da venticinque anni in prima linea nello studio e nel trattamento delle forme di cancro meno conosciute e spesso orfane di terapie. E ora, proprio da Treviso, parte una ricerca internazionale per individuare le cure a tumori che ne sono privi. Lo studio ne segue altri tre, due dei quali pubblicati su Lancet.

Lo studio. «Nella Marca registriamo 5 mila tumori ogni anno e di questi il 20%, vale a dire un migliaio, sono tumori rari. Pochi rispetto a tutti gli altri, ma nessun paziente deve restare indietro». L’impegno si traduce in una serie di ricerche e pubblicazioni internazionali che vedono protagonista l’Anatomia Patologica dell’Usl 2.

Poche settimane fa è partito uno studio sui tumori gastrointestinali maligni (Gist) causati dalla mutazione di un gene che non risponde a nessuno dei farmaci esistenti. «Sequenzieremo circa 400 Gist per vedere la natura delle alterazioni molecolari più sfortunate, perché ad oggi non sono trattabili, e cercheremo di identificare nuove terapie a bersaglio molecolare» spiega il primario Dei Tos.

Al fianco dell’équipe trevigiana, che si occuperà delle analisi clinico-patologiche, ci saranno il Cro di Aviano e il Brigham and Women’s Hospital di Boston affiliato alla Harvard Medical School. La Regione finanzierà l’iniziativa con oltre 400 mila euro mettendo in rete patologi, citogenetisti, biologi e bioinformatici con attività di ricerca in vitro, proposta di cura e follow up dei pazienti. «L’approccio è innovativo poiché i Gist sono considerati il paradigma del successo della terapia a bersaglio molecolare nei tumori solidi» sottolinea il luminare. Di fronte a patologie così complesse, l’unione fa doppiamente la forza: sia perché consente di mettere in campo i maggiori esperti in materia, sia perché l’arruolamento di pazienti con tumori rari sarebbe insufficiente su scala locale per elaborare una casistica di analisi adeguata.

«Ipotizzare uno studio clinico solo su Treviso sarebbe impensabile, prendiamo un sarcoma raro: in Italia ne vengono diagnosticati 30 l’anno, in Europa circa 150, se non collaboriamo a livello globale non riusciremmo a incrementare le conoscenze» spiega Dei Tos.

Le ricerche pubblicate. Oltre alla ricerca appena avviata al Ca’Foncello ce ne sono altre che stanno dando grandi soddisfazioni per quanto riguarda la “medicina di precisione” nella cura delle neoplasie orfane di trattamento. Negli ultimi mesi l’Anatomia Patologica di Treviso ha firmato tre pubblicazioni apparse sulle più autorevoli riviste scientifiche internazionali: due su The Lancet Oncology e una sullo European Journal of Cancer.

«Sono progetti diversi» evidenzia il professor Dei Tos «si tratta di una ricerca oncologica di fase 1, la più precoce e avanzata, in cui abbiamo identificato la chance terapeutica sui sarcomi ossei e delle parti molli, combinando due farmaci che danneggiano in modo permanente il Dna delle cellule tumorali impedendo loro di ripararsi. Inoltre, quest’anno abbiamo diffuso i risultati del trattamento con Pazopanib multitarget, un farmaco anti-cancro che ostacola la formazione di vasi sanguigni funzionali al tumore per svilupparsi».

Il ruolo giocato dall’Anatomia Patologica di Treviso come capofila nella ricerca «è frutto di un percorso significativo che va ad aggiungere elementi di eccellenza alla nostra offerta sanitaria» ribadisce il direttore generale dell’Usl 2 Francesco Benazzi. Se la parola d’ordine è cercare una cura definitiva contro il tumore, gli esperti ritengono che prima di arrivare a questo traguardo ci saranno dei passi intermedi.

«Non siamo ancora riusciti a sconfiggere il cancro» conclude Dei Tos «ma dalla definizione di tumore raro che è stata generata a Treviso una decina d’anni fa sono gemmate iniziative cruciali». La direzione intrapresa mira a trasformare i tumori più aggressivi da patologia mortale a malattia cronica, offrendo una migliore qualità della vita ai pazienti. 

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