Parla la maestra trevigiana no-Covid: «La mascherina? È tossica»

TREVISO. «La mascherina? Può avere effetti tossici sui bambini. Ho suggerito loro in classe di abbassarla, ma solo qualche volta. Io non la porto solo perché mi fa venire il mal di testa, ho le carte del medico che lo certificano... Comunque le colleghe mi hanno attaccato verbalmente, una specie di mobbing».
E ora aspetta di vedere cosa succede con la riapertura delle scuole. La maestra Sabrina Pattarello, supplente alle elementari Giovanni XXIII di Treviso, si difende dalle accuse di negazionismo, ma allo stesso tempo ammette di aver suggerito ai bambini in classe di abbassare la mascherina («Ma solo qualche volta») e di aver avuto fin da subito problemi con le colleghe per le sue posizioni, prima che il caso esplodesse con la protesta plateale dei genitori, lunedì 14 dicembre, accompagnata dal blitz a scuola del sindaco Mario Conte e della polizia locale.
L’intervento in radio
Per raccontare la sua verità ha scelto la padovana Radio Gamma 5 e il conduttore Paolo Girotto, veterinario leader del movimento antivaccini 3 V, conosciuto per le posizioni antigovernative in materia Covid («Sono azioni liberticide e anticostituzionali»). La vigilia di Natale, nella diretta telefonica mattutina, Pattarello appare provata da una vicenda che l’ha travolta e di cui dice di non conoscere gli sviluppi: la relazione preparata dalla direttrice Lorella Zauli, consegnata al dirigente scolastico provinciale Barbara Sardella e approdata sul tavolo del prefetto Maria Rosaria Laganà, allertata il giorno stesso del blitz a scuola dal sindaco Conte.
L’intervista inizia con un preambolo del conduttore sulla situazione della scuola in Italia, contro cui si sarebbero accaniti «in modo demenziale e duro» i provvedimenti del governo. In questo contesto si colloca l’intervento della maestra Pattarello, che dichiara subito di essersi informata bene sui decreti da una piattaforma web di avvocati.
Le sue parole
Lei la mascherina non è mai riuscita a reggerla: «Mi provocata emicrania e nausea, lo testimonia un certificato medico redatto da uno specialista che ho consegnato alla scuola». Fin da subito emergono i problemi ma non con i genitori. Sono le colleghe a riprenderla affinché usi e faccia usare la mascherina come prevedono le norme in vigore.
«La dirigente mi ha fatto un richiamo verbale e mi hanno dato la mascherina di plastica con la visiera. Io l’ho usata per non alimentare i conflitti». Poi ci sono gli episodi che coinvolgono i bambini e diventano oggetto di discussione: dice di essere preoccupata per i piccoli e «gli effetti tossici» della mascherina, cita la dottoressa Loretta Bolgan, studiosi tedeschi e varie ricerche: «Quando erano in giardino e facevano attività motoria consigliavo di abbassare la mascherina, ma come suggerimento non obbligo».
Ammette poi qualche episodio all’interno della classi, soprattutto la prima, in cui i bambini «faticano a parlare con la mascherina e non si capisce cosa dicono».
«Io vittima di mobbing»
Le colleghe non demordono e continuano a sollecitare il rispetto delle regole («mi attaccavano verbalmente, una specie di mobbing»); a questo punto i bambini parlano con i genitori che si muovono scrivendo alla dirigente dell’istituto: un chiaro riferimento alla lettera firmata dai rappresentanti delle sei classi presenti alla Giovanni XXIII. E arriviamo al racconto di quel fatale lunedì: «Mentre stavo lavorando arrivano in classe il sindaco e la polizia per interrogarmi».
Conte rimane in classe e parla con i bambini, i vigili portano la maestra in un’altra stanza e le fanno «molte domande», vogliono vedere il certificato medico, le chiedono di spiegarsi, di riferire da quanto lavora a scuola, con quali competenze. Passa qualche giorno in cui la maestra non si vede in classe, iniziano le vacanze di Natale. Di fronte all’ultima domanda su cosa accadrà ora lei dichiara di non aver ricevuto provvedimenti: «Il 7 gennaio si torna a scuola e vedremo quel che succederà». Anche se, per la prefettura, non è detto che la supplente, il cui contratto scade a fine gennaio, faccia ritorno in classe. —
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