Papà Bressan: per Mauro metto la mano sul fuoco
Mosnigo, stupore al bar di famiglia: «Ha fatto puntate ma tutte legali: è un ragazzo pulito»

MORIAGO. «Impossibile, per mio figlio metterei la mano sul fuoco». Papà Ferruccio Bressan non vuole credere alle accuse che vengono mosse al figlio Mauro. La famiglia gestisce la trattoria «Al tropical» che si trova lungo la provinciale a Mosnigo di Moriago. Proprio lì vicino Mauro Bressan era cresciuto, in via dei Bastiani (ora via Piave) e aveva tirato i primi calci al pallone di una brillante carriera.
Ieri nel locale dei Bressan a Mosnigo di Moriago la televisione era accesa sul canale sportivo di Sky per avere informazioni in tempo reale su quanto accaduto. Anche per i familiari dell'ex calciatore di Fiorentina e Venezia in serie A è stato un fulmine a ciel sereno. «Sappiamo che Mauro faceva delle scommesse ma sempre legali - racconta il padre Ferruccio, che è vicepresidente della locale squadra di calcio Ardita. La passione per il pallone è di famiglia -. Conosceva quei giocatori perché è stato in serie A tanti anni, con alcuni è rimasto in rapporti di amicizia».
Nella trattoria appese sopra al bancone ci sono le maglie di tanti campioni. Oltre a quelle vestite da Mauro ci sono, fra gli altri, quelle di Pavel Nevdev e Roberto Baggio. E il numero 10 di Beppe Signori quando giocava nel Bologna. Quello stesso Signori che oggi condivide il destino di Mauro, arrestato nell'ambito di questa nuova inchiesta sul calcio-scommesse. I familiari ieri non sono riusciti a mettersi in contatto con Mauro, ma hanno sentito telefonicamente la moglie Simona che vive con lui a Cernobbio. «Non sappiamo quali sono le accuse - spiega il fratello Ivan -, ci risulta sia al momento persona informata sui fatti. Abbiamo fiducia in lui è speriamo non ci sia nulla». Bressan ieri all'alba alle 4.30 è stato svegliato nella casa a Cernobbio in cui vive con la moglie e il loro figlio. Particolarmente scossa è stata la consorte nel vedere l'arrivo dei poliziotti nel cuore della notte.
«Gli hanno detto che doveva seguirli - racconta il fratello - e che deve rimanere a disposizione nei prossimi giorni». Secondo le prime informazioni apprese dai familiari, gli inquirenti hanno puntato il dito contro Mauro Bressan perché avrebbe effettuato delle scommesse in una ricevitoria di Bari, il cui titolare è finito nell'inchiesta e per delle intercettazioni. «Mauro faceva delle scommesse lecite - aggiunge il fratello Ivan -. Ad esempio era ovvio puntare sull'over (numero di gol segnati, ndr) in partite come Inter-Bari, il miglior attacco contro la peggior difesa».
Il 40enne di Mosnigo, dopo aver appeso gli scarpini al chiodo due anni fa, aveva deciso di intraprendere la carriera da dirigente. Aveva avuto una prima esperienza nella serie A ungherese nella squadra del Vasas. Da poche settimane aveva concluso a Coverciano il corso per diventare direttore sportivo ed era in cerca di una società in Italia. «Certo questa vicenda non lo aiuterà - affermano i familiari - speriamo si risolva tutto per il meglio». La vicenda ha turbato Mosnigo. Tutti ricordano Mauro Bressan per il gol da cineteca che segnò al Barcellona in Champions League nel novembre 1999: una rovesciata da 30 metri. «Fu proprio in quel periodo - ricordano i tifosi - che un gruppo di paesani fondò il Mauro Bressan fans club. Non vogliamo crederci, Mauro è un bravo ragazzo».
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