Panevin in Borgo Gonfo Rimosso il fango dell’alluvione del Piave

Un lavoro di pulizia iniziato  da una trentina di volontari la mattina della vigilia di Natale per mantenere  viva una tradizione

SALGAREDA. Si lavora per togliere il fango in Borgo Gonfo, il limo non ferma il tradizionale panevin in golena a Salgareda. Un lavoro di pulizia iniziato da una trentina di volontari la mattina della vigilia di Natale per mantenere viva una tradizione, quella del panevin del borgo, giunta alla sua 24esima edizione e che quest'anno non mancherà nonostante l'alluvione di fine ottobre e le sue conseguenze. «È passata una gravosa alluvione che ci ha messo in difficoltà, ma siamo veneti quindi pieni di energia e ci rialziamo velocemente» ha raccontato Ivan Antoniazzi, organizzatore dell’evento «per noi è un appuntamento immancabile, avevamo pensato di spostare il panevin al di là dell’argine, ma alla fine abbiamo deciso di tirarci su le maniche e di lanciare un messaggio di speranza per un ritorno alla vita normale». Il Borgo Gonfo non si è lasciato piegare da quanto successo, sono una decina le famiglie presenti nell'area golenale, tutti stanno collaborando per la realizzazione dell'evento, chi ha messo a disposizione i trattori e le ruspe per eliminare i 20 cm di limo ancora presenti, chi ha accatastato i bancali e la legna per la struttura, chi sta facendo le calze per i bambini e chi si occuperà del vin brulè per scaldare gli animi durante l’evento. «Le case del borgo sono state invase dall'acqua fino a 30 cm al primo piano» ha proseguito Antoniazzi «due famiglie sono ancora fuori, rientreranno questa primavera, gli edifici hanno subito dei danni a causa dell'acqua. I muri trasudano ancora acqua, appena c’è tempo gli abitanti arieggiano i locali per cercare di asciugare le abitazioni il più velocemente possibile. C’è chi pensa di abbandonare la propria abitazione o venderla. Abbiamo pensato che fosse importante continuare la tradizione qui in golena». Il panevin di Borgo Gonfo ha una lunga storia, negli anni '70 veniva fatto al di fuori dell'area golenale a causa della grande alluvione del novembre del '66, per poi negli anni novanta essere riportato in golena per volontà di Ivan Antoniazzi. Un evento che attira persone anche da fuori paese, da Mestre, San Donà di PIave e Jesolo per la particolarità del fantoccio, tradizionalmente inserito all’apice della catasta di legno. Il pupazzo raffigurante la “veccia” viene fatto con materiali di riciclo, cartone, stracci e cartapesta per dare la forma alla scultura. Quest'anno la figura dell'anziana è stata fatta con i palmi delle mani rivolte verso l’alto. «Il messaggio che vogliamo comunicare è: guardate che disastro, ma è andata così e bisogna andare avanti. Il materiale che viene utilizzato non è inquinante, le stoffe del vestito ci vengono fornite ogni anno da un negozio di Fagarè, sono pezzi difettati, solitamente il fantoccio lo iniziamo verso metà o fine ottobre» ha concluso Antoniazzi «quest'anno a causa dell'alluvione abbiamo iniziato più tardi. La costruzione è alta 6 metri e pesa 4 quintali, leghiamo il tutto con del filo di ferro in modo che la figura non venga distrutta immediatamente dalle fiamme, ma che duri almeno una decina di minuti. In questi giorni sono passate diverse persone per accertarsi che l’evento ci fosse, siamo stati fortunati con il tempo, sono state delle belle giornate che ci hanno permesso di togliere il limo, il terreno sottostante fortunatamente è asciutto. Speriamo in un anno migliore di questo». L’appuntamento per la 24esima edizione del panevin del Borgo Gonfo è per domani sera alle 20.30. —

Gloria Girardini

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