Palpeggia il seno alla collega, a processo

PAESE. Era stata a casa per malattia per un certo periodo. Al rientro in fabbrica era un po’ ingrassata. Ma un suo collega continuava a sostenere che a casa c’era stata per operarsi al seno ed...

PAESE. Era stata a casa per malattia per un certo periodo. Al rientro in fabbrica era un po’ ingrassata. Ma un suo collega continuava a sostenere che a casa c’era stata per operarsi al seno ed aumentarlo di una taglia. Ne è nato uno scambio di battute tra la donna ed il suo collega culminato poi con un fugace palpeggiamento al seno, nell’area della pausa caffè della fabbrica, che ha innescato un processo davanti al tribunale di Treviso. Da una parte c’è un uomo di origine africana di 60 anni (difeso dagli avvocati Alessandra Nava e Salvatore Cianciafara), dall’altra una donna di dieci anni più giovane che si è costituita parte civile con l’avvocato Laura Tronchin dello studio Crea. Sono entrambi operai. La richiesta nei confronti dell’imputato è un risarcimento di 15.000 euro.

La vicenda risale all’agosto del 2015. È in quel periodo che un’operaia che oggi ha cinquant’anni, dopo un periodo di malattia, rientra al lavoro.

Un collega di colore inizia così a dirle che è stata a casa per rifarsi il seno. In realtà, la donna sostiene di essere ingrassata a causa dell’inattività da malattia. Fatto sta che un giorno d’agosto, durante una pausa caffè, l’operaio s’è avvicinato alla donna, che stava parlando con una collega, ed è ritornato sull’argomento. Ad un certo punto ha allungato le mani ed ha palpeggiato il seno della donna. Da qui la denuncia per violenza sessuale. In realtà, secondo, l’imputato è stato tutto un equivoco e si trattava di un semplice scherzo tra conlleghi.

Quale sia la ragione, starà ai giudici del collegio (Michele Vitale presidente, a latere Marco Biagetti e Umberto Donà) stabilirlo. Nel corso dell’udienza di ieri, sono stati sentiti alcuni testimoni. Al termine dell’udienza il collegio ha rinviato l’udienza all’11 dicembre per la discussione.

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