«Palazzo a rischio: Due Pomi se ne vada»

Secondo una perizia lo stabile è pericolante. Il proprietario intima lo sgombero, la merceria si ribella
Tome Treviso Piero Cuzzol titolare merceria Due Pomi
Tome Treviso Piero Cuzzol titolare merceria Due Pomi

È ormai una lotta a tutto campo quella ingaggiata dall’Antica Merceria due Pomi di Treviso per non chiudere battenti. Dopo i ricorsi al Tar, lo sfratto che potrebbe obbligarla a lasciare l’immobile dietro piazza dei Signori il prossimo settembre, si apre oggi un nuovo fronte.

Il Comune di Treviso, sulla scorta dei rilievi fatti dai vigili del fuoco e da una perizia presentata dalla stessa società che gestisce l’immobile – facente capo alla famiglia Archiutti – ha firmato una diffida con la quale intima a proprietari ed affittuari di mettere in sicurezza il vecchio palazzo ritenuto «pericoloso». Alla base di tutto le lesioni riscontrate sulle travi del solaio al piano terra, e lo stato dei cornicioni delle facciate che guardano la piazza e via Trevisi. Il documento è stato inviato lo scorso novembre ed ha innescato l’immediata richiesta di sgombero ai danni del negozio storico. «Se non libera l’edificio» ha segnalato la società nella missiva recapitata alla Merceria Due Pomi, «è impossibile operare». E per accelerare il trasloco di tessuti e bancone, ha ingaggiata un’azione legale contro la Merceria per «danno temuto».

Risultato? Una nuova battaglia legale davanti al Tribunale, stavolta di Treviso, fatta di perizie, controperizie, veleni. Secondo la Merceria Due Pomi, difesa da mesi dall’avvocato Stefano Sternini, non soltanto la perizia è scorretta ed «esagerata», ma l’azione per danno temuto intentata dalla famiglia Archiutti è «solo un pretesto» per riprender possesso del’immobile prima della decisione della Cassazione davanti alla quale pende, ora, il ricorso fatto dalla Merceria per fermare lo sfratto.

A decidere se hanno ragione vigili del fuoco e periti della proprietà, o se invece è giusta l’analisi fatta dalla Merceria Due Pomi secondo cui i lavori si possono tranquillamente fare senza chiudere l’attività o liberare lo stabile sarà ora il parare terzo del giudice.

Il rischio che stavolta la bottega più che centenaria sia destinata a sparire dalla piazza è concreto. Anche nonostante le centinaia di firme raccolte lo scorso autunno quando per i Due Pomi si mobilitarono commercianti e cittadini chiedendo alla società di rinunciare allo sfratto.

Ha giocato un ruolo fondamentale, stavolta, anche l’intervento dell’amministrazione, fino ad ora rimasta in disparte nella querelle tra proprietario ed affittuario ma oggi firmataria di un documento cruciale. Se il palazzo della Merceria non verrà messo in sicurezza, «con effetto immediato» (anche se di mesi, da allora, ne sono già passati quattro), scatteranno sanzioni e forse non solo quelle.

In piazza c’è chi torna a parlare di una nuova mobilitazione.(f.d.w.)

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