Osteria dai Mazzeri, i fratelli che hanno “studiato” da Lino

Vito e Mauro, anni alla storica Locanda del celebre zio

per poi mettersi da soli: prima il Caminetto, oggi all’Abbazia

Marina Grasso
Osteria dai Mazzeri, i fratelli Vito e Mauro Mazzero
Osteria dai Mazzeri, i fratelli Vito e Mauro Mazzero

FOLLINA. «Abbiamo sempre lavorato tantissimo. Ma essere ristoratori, per noi, resta soprattutto un grande divertimento», afferma Mauro. «Lavoriamo insieme da 35 anni e siamo fieri di aver trovato il giusto equilibrio per dividerci i compiti, lui in sala ed io in cucina, ma anche per affrontare i problemi e condividere le soddisfazioni», gli fa eco Vito, il fratello maggiore. La Osteria dai Mazzeri, all'ombra dell'Abbazia cistercense di Follina, è nata nel 2006, ma i fratelli Mazzero avevano già gestito per vent’anni il vicino ristorante Al Caminetto e, prima ancora, avevano lavorato per molti anni con lo zio Lino Toffolin nella celebre Locanda da Lino di Solighetto.

«Lui è stato il nostro grande maestro di lavoro e di vita», sottolinea Vito. «Sono entrato nella sua cucina da ragazzino e ci sono rimasto per vent’anni, cercando di “rubare con gli occhi” gli ingredienti del suo successo, che sono stati amore per la cucina semplice e passione per la creazione di ogni piatto. In quegli anni queste colline, ora Patrimonio Unesco, non erano una meta turistica, ma lui ne ha fatto una meta per il bel mondo dell’epoca, partendo da prodotti e ricette di questo territorio allora sconosciuto ai più, oltre che dalla sua straordinaria disponibilità con la clientela».

Osteria dai Mazzeri, Vito Mazzero in cucina
Osteria dai Mazzeri, Vito Mazzero in cucina

Anche i genitori di Vito e Mauro lavoravano da Lino, eredi di una tradizione iniziata già dal loro nonno, che realizzava i banchetti di nozze nelle case degli sposi. E quando i due figli hanno avviato il loro ristorante (un terzo ha preso altre strade professionali), li hanno seguiti ed aiutati. «Poter contare sul sostegno morale ma anche pratico di mamma Giuditta e di papà Michele è stato per noi importantissimo», afferma Vito. Anche perché, come ricorda Mauro, «Quando abbiamo colto l’opportunità di gestire Il Caminetto avevamo solo l’importante esperienza maturata in un mondo esclusivo come quello della Locanda. Ci siamo quindi tuffati in una realtà che non conoscevamo: siamo entrati a far parte di un panorama ristorativo che per molti anni era stato soprattutto legato a matrimoni nell’Abbazia, finché è stato possibile celebrarli anche tra non residenti, e ai banchetti. È stato istruttivo inserirsi in questo contesto e confrontarsi con una clientela per noi totalmente diversa».

Osteria dai Mazzeri, Mauro Mazzero in sala
Osteria dai Mazzeri, Mauro Mazzero in sala

Poco dopo l’inizio della loro gestione, il Caminetto fu subito inserito tra Osterie d’Italia di Slow Food, che li ha anche ripetutamente premiati con la “chiocciola” che contrassegna quelle ritenute migliori. «È stato fondamentale per farci conoscere dai molti estimatori della guida e del movimento», precisa Vito, «Anche perché le scelte premiate da Slow Food, come utilizzare materie prime sempre fresche e di qualità, acquistate da piccoli produttori locali o coltivate nel nostro orto, sono il fondamento del nostro lavoro».

Tutto andava a gonfie vele, al Caminetto, ma l’attenzione dei fratelli Mazzero fu catturata dal restauro del vecchio municipio di Follina. «Questo edificio del 1701 dove ci siamo trasferiti nel 2006 ci colpì immediatamente», ricorda Mauro. «Tra le sue pareti di sassi a vista, e soprattutto nella piccola galleria che un tempo era comunicante con l’Abbazia, si respira la storia e ci è piaciuto punteggiarla di opere d'arte e di colore per illuminare l'austerità della struttura. Abbiamo un giardino del quale soffrivamo la mancanza nella sede precedente: è stata proprio la sua bella corte esterna a convincerci a cambiare sede». Mauro è anche un attento osservatore, che considera il suo lavoro in sala un privilegio per conoscere persone e condividere esperienze. Che analizza così l'esperienza dei "Mazzeri": «Abbiamo vissuto le tante evoluzioni di questo territorio. Dal periodo d’oro dello zio Lino, antesignano della valorizzazione di queste colline, al turismo di prossimità e al beneficio dei banchetti nuziali legati all’Abbazia. Abbiamo anche vissuto il periodo di importanti pranzi e cene di lavoro di un’industria locale fiorente. Adesso il pubblico è cambiato nuovamente e alla nostra clientela locale si aggiungono sempre più turisti internazionali: target impensabile, qui, solo una quindicina di anni fa. E sono avventori stimolanti perché sono i visitatori di una “terra di vino” celebre nel mondo, che arrivano con tante domande, curiosità ed esperienze. Grazie a questo nuovo pubblico, la nostra cucina tradizionale è sempre molto richiesta, ma in modi sempre nuovi. E noi continuiamo a divertirci sempre di più». 

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