Operaia 44enne straziata dai macchinari in fabbrica

Colpita alla testa dal macchinario e straziata in fabbrica. È morta così Gabriela Iliescu, 44enne rumena ma da anni residente a Colle Umberto. L’ennesima tragedia sul lavoro si è compiuta ieri sera, alle 19.15, alla Plastopiave di Campidui. L’ennesima morte bianca che ha coinvolto una lavoratrice che aveva da poco cominciato il turno. «Ma come si può morire ancora in fabbrica?» sono state le parole del marito, Fabio Marchesin, sconvolto dalla rabbia all’arrivo alla Plastopiave.
Tutto è accaduto in pochi istanti, con pochi testimoni in grado di stabilire con esattezza cosa sia accaduto. Gabriela Illiescu era arrivata come al solito al capannone di via Manzoni, dove lavorava come operaia da alcuni anni. Un turno di lavoro come gli altri, cominciato alle 14 e che si sarebbe concluso alle 22. Che è però finito nel sangue.
Poco dopo le 19 la donna è scesa nella zona dello stampaggio delle bottiglie di plastica per effettuare delle operazioni di pulizia. Proprio mentre stava lavorando sul macchinario la sponda mobile che si trovava nelle vicinanze l’ha colpita alla testa, e le ha schiacciato il volto. E’ stata questione di pochi attimi, la 44enne rumena ha perso la vita immediatamente, non ha avuto nemmeno il tempo per urlare o chiedere aiuto. Qualcuno si è accorto che c’era qualcosa che non andava, e ha visto il corpo ormai esanime della donna. La richiesta di soccorso è stata immediata.
Gabriela Iliescu si era trasferita in Italia qualche anno fa: viveva a San Martino di Colle Umberto, in piazza Marconi, con il marito Fabio Marchesin, artigiano piastrellista. L’uomo, avvertito dai militari dell’Arma di ciò che era accaduto in fabbrica, si è precipitato in zona Campidui. «Com’è possibile morire sul lavoro, non è possibile, non è possibile», sono state le sue urla gonfie di rabbia per una morte assurda. L’ennesima morte bianca nella Marca.
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