Omc, lo spiraglio c’è un acquirente
COLLE UMBERTO. L’Omc di Colle Umberto è un piccolo gioiello. Nonostante la crisi, seguita alla sottrazione di 2 milioni e mezzo da parte dell’impiegata Silvia Canzian, è seguita con interesse da alcuni investitori, in particolare da un imprenditore che ha già manifestato l’intenzione di acquisirla. Top secret l’identità dell’acquirente, ma il sindacato è stato avvertito da Unindustria Treviso affinché si prepari a una convocazione, la prossima settimana, in cui l’operazione verrà presentata nei dettagli. È comprensibile il sospiro di sollievo dei 33 lavoratori, ai quali in febbraio è stata comunicata la chiusura della fabbrica e la loro mobilità. Alcuni di loro sono già a casa, parcheggiati in cassa integrazione. Altri in fabbrica, dediti a completare alcune commesse. Sono operative quattro macchine su 6. L’Omc, fondata nel 1968, è impegnata nel settore della spianatura delle lamiere. Lavora per società importanti, come il gruppo Danieli. Ed è stata proprio la ditta siderurgica di Buttrio, in Friuli, a insistere perché Colle Umberto terminasse le commesse affidate. Altrimenti sarebbero scattate penali pesanti. Gli operai, per salvare il salvabile, si sono resi disponibili a mantenere la produzione. Almeno fino all’esaurimento degli ordini. Ma il tempo sembra sufficiente per consentire il salvataggio dell’azienda, prima della cessazione d’attività che comprometterebbe irrimediabilmente il rapporto con i clienti. Il sindacato, la Fiom Cgil in questo caso, ha favorito il passaggio affinché risultasse il meno traumatico possibile. Già l’anno scorso, era in atto un tentativo di fusione con un’altra società; tentativo interrotto per la disavventura di Silvia Canzian, 49 anni, ragioniera, che dalle casse della ditta ha sottratto una somma ingente, provocando, in questo modo, un colpo di grazia fatale per l’Omc. In maggio, la donna sarà a processo, ma non si sa se per allora l’azienda esisterà ancora. Dipenderà dalla possibile acquisizione. «Il sindacato ovviamente fa il tifo in questo senso», ammette Paolo Pagotto della Fiom. «L’Omc è una azienda con una professionalità e una esperienza tali che vederla chiudere», aveva detto il sindacalista qualche giorno fa, «è un delitto. Ed è perfino commovente lo sforzo che i lavoratori stanno facendo per evitare il peggio, pur sapendo che l’unico destino certo, al momento, è quello di un anno di cassa integrazione, seguito dalla mobilità».
Francesco Dal Mas
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