Odissea, rapinatori agli arresti a Maddaloni

I due giovani sono stati trasferiti e messi ai domiciliari nel paese di residenza. La vittima, il 45enne di Breda, sarebbe stata scelta a caso
zago agenzia foto film spresiano park discoteca oddisea
zago agenzia foto film spresiano park discoteca oddisea

Spresiano. Sono già stati trasferiti a Maddaloni, in provincia di Caserta, i due rapinatori arrestati a Musile di Piave all’alba di domenica dopo la rapina con sequestro di un 45enne di Breda di Piave avvenuto nel parcheggio della discoteca Odissea di Spresiano. Sono agli arresti domiciliari nella loro città di residenza, mentre stanno proseguendo le indagini dei carabinieri sulla rapina violenta commessa nella Marca e approdata nel Veneziano.

Potrebbero essere loro stessi gli autori di altri colpi perpetrati nel Trevigiano nei giorni scorsi. Si trovavano in Veneto in cerca di lavoro, come hanno detto, e potrebbero aver commesso altre rapine e furti seguiti da atti violenti. Intanto, come accertato, hanno fruito di un taxi, senza pagare il servizio, andandosene via in malo modo. Gli investigatori dei carabinieri hanno accertato che i due giovani meridionali, di 23 e 20 anni, non conoscevano assolutamente la loro vittima, designata dunque “a caso” nel parcheggio della discoteca. Poteva capitare a chiunque. Lo hanno picchiato per derubarlo e poi condurlo via in auto. Erano piuttosto alterati e hanno atteso all’uscita l’uomo, un incensurato che abita da anni a Breda di Piave, che stava raggiungendo l’auto una volta finita la nottata nel locale. A quel punto è scattato l’agguato, il 45enne è stato aggredito alle spalle. I due lo hanno picchiato in malo modo e rapinato, trovandolo impreparato e indifeso, nel parcheggio della discioteca che a quell’ora era ormai quasi deserto. Rubati i soldi in contanti, il telefonino e le chiavi di casa, con le quali probabilmente sarebbero andati anche a cercarlo in seguito, sono partiti in auto con lui all’interno dell’abitacolo, girovagando senza meta fino a Musile. La iniziale rapina è sfuggita loro di mano in un escalation di violenza e con il sequestro. Quando il 45enne è rimasto solo in auto, confuso e dolorante per i pugni subiti, perché i carnefici erano andati in un locale pubblico di Caposile, ha chiesto aiuto e sollevato l’attenzione di un passante che ha immediatamente chiamato i carabinieri al 112.

Sul posto sono dunque arrivati i carabinieri del nucleo operativo di San Donà e della stazione di Meolo, coordinato dal capitano Daniele Brasi, che li hanno bloccati e arrestati dopo un breve tentativo di fuga. Ora sono appunto agli arresti domiciliari, dovranno rispondere di “rapina e sequestro di persona in concorso” e rischiano il carcere.

Fondamentale è stata la collaborazione tra il cittadino che è stato messo in allare dalla vittima e i militari dell'Arma nel Basso Piave, i quali hanno subito colto la gravità della situazione e si sono precipitati con tutte le pattuglie disponibili sul posto per non perdere tempo prezioso. Se i due rapinatori fossero riusciti a scappare, l'avrebbero probabilmente fatta franca rendendosi introvabili.

L’uomo aggredito e rapinato , superato il comprensibile shock, ieri ha potuto fare ritorno alla sua vita di tutti i giorni. —

Giovanni Cagnassi

Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso