Nuova denuncia contro il Bosco verticale. Alta tensione sul cantiere lungo la Restera

TREVISO. L’esposto presentato in Comune la scorsa estate dalla proprietà dell’immobile che sorge sul retro del costruendo “Bosco Verticale” di Fiera si è trasformato in una denuncia penale ma adesso in tribunale il cantiere lungo l’Alzaia è diventato oggetto di una seconda denuncia, stavolta in sede civile.
Guerra legale
Oggetto dell’esposto sarebbe sempre l’edificazione del complesso disegnato da Boeri e realizzato dalla Cazzaro. Un piano edilizio irregolare, per distanze, altezze, assenze di piani generali stando alle contestazioni liquidate mesi fa dalla impresa costruttrice come «illazioni». Il cantiere, davanti ala richiesta di sospensione fatta dagli autori della denuncia, ha continuato a procedere spedito. Ma non ha fatto altrettanto la denuncia penale depositata in Procura a tutt’oggi pendente. Di qui la decisione di sollevare il caso anche in sede civile sottolineando poi il danno causato anche dal proseguire dell’edificazione nelle more di una denuncia penale regolarmente protocollata ma ancora in attesa di analisi, fatto che già di per éè sta creando parecchio malcontento.
Adesso quindi la battaglia si combatte su un doppio tavolo legale. «Noi abbiamo pareri autorevoli e circostanziati a sostegno della nostra tesi» dicono dalla società che ha presentato i due esposti «è assurdo che la procedura sia ancora ferma a fonte di un intervento che continua a crescere, non è rimasto altro da fare che passare ancora a vie legali». E il caso “Bosco verticale” si potrebbe anche allargare, sempre in sede penale. Pare infatti che sul tavolo degli uffici di via Verdi ci sia anche una seconda denuncia penale allegata alla prima, ma diversa nei contenuti. Una denuncia relativa a presunte “pressioni”, che farebbe lievitare il numero dei contenziosi a tre, alzano ancora l’asticella delle tensioni che gravano attorno al progetto edilizio lievitato grazie al piano casa approvato dal Comune.
Ca’ Sugana nel mezzo
E non si può dimenticare che nel mezzo di queste fucilate ci sia lei: l’amministrazione comunale, nei cui uffici sono passate tutte le pratiche autorizzative che hanno permesso l’avvio dei lavori lungo l’Alzaia; un iter iniziato sul finire del mandato di Manildo e completatosi con il via libera all’opera sotto la bandiera dell’amministrazione Conte. Proprio per questo è stato proprio il Comune il primo destinatario dell’esposto che chiedeva a sospensione del cantiere, un esposto letto e valutato anche dalla giunta, ma poi cestinato. «Tutto regolare» aveva detto in estate il sindaco Conte, «mi sono confrontato con gli uffici e non ci sono problemi». C’è però chi sostiene che non sia tutto liscio come l’olio come lo si vuol fare apparire. Di qui il pressing perché la Procura indaghi e valuti tutta la documentazione. Per fare chiarezza e fugare dubbi, o chiarire se davvero la querelle ha fondamento. —
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