Non vende i libri di Vannacci, lettera di minacce alla libraia di Castelfranco
Nel mirino Clara Abatangelo della Ubik di Castelfranco: «Avrai una buona polizza anti incendio»

Una lettera anonima delirante ma che si chiude con una preoccupante minaccia: è quella pervenuta alla titolare della libreria Ubik di Castelfranco, Clara Abatangelo, a riguardo della sua contrarietà a mettere in vendita i libri del generale – ora eurodeputato – Roberto Vannacci.

La lettera
«Mi dispiace molto per le minacce che hai ricevuto e che ti avranno costretta a stipulare una buona polizza anti incendio», chiude la missiva, dove l’anonimo estensore sembra a prima vista concordare con la libraia (ma definendola «una piccola zarina stalinista») sulla sua libertà di vendere o non vendere i libri di alcuni autori: «Hai ragione, il negozio è mio e faccio quello che voglio io. Anch’io se avessi un negozio di m… come il tuo mi rifiuterei di vendere i libri di quel camorrista di Saviano o quella caciottara di Michela Murgia. Con la stessa logica quindi hanno ragione chi ha una casa e si rifiuta di affittarla a negri, extracomunitari ed ebrei. La casa è mia e la affitto a chi voglio io e chi accusa di razzismo è solo un ipocrita comunista».

Quindi dopo una frase ironica sulla Puglia (in riferimento alle origini della libraia) la chiusa sull’assicurazione anti incendio. La lettera è stata resa nota dopo una schermaglia a distanza tra Vannacci e Abatangelo: nella trasmissione “Di Martedì” il generale si era detto vittima di censura della sinistra: «Sono le libraie di Castelfranco Veneto che non vogliono vendere il mio libro». Ironico il commento della diretta interessata «Ciao, sono Clara e tolgo il diritto di parola a Roberto Vannacci al punto che può lagnarsene in prima serata a Di Martedì. Scusatemi».
Il precedente
Ultimo episodio – oltre alla lettera – di una querelle iniziata nell’agosto 2023 quando alla vetrina della libreria di via Garibaldi appare il cartello “Si invita la gentile clientela a non chiederci il libro di Vannacci” in riferimento a “Il mondo al contrario” che fece diventare il generale una celebrità.
«La pensiamo in modo diametralmente opposto all’autore. Fuori di ogni discussione la libertà di espressione di parte sua, altrettanto fuori discussione la nostra libertà di librai di metterlo in vendita oppure no», aveva spiegato Abatangelo.
Parole che hanno fatto intasare il telefono e la casella email di minacce tanto che Abatangelo si era dovuta rivolgere a uno studio legale per tutelarsi.
Poi il 9 gennaio 2024 il generale era arrivato in città a presentare il suo libro e contemporaneamente alla Ubik si era tenuto l’evento “Anca no – quarti d’ora d’aria in cui puoi dire le cose che pensi” che aveva radunato 250 persone.
Tornando alla lettera anonima, questo il commento di Clara Abatangelo: «Il problema di una certa destra è l’efficacia marziale di un eloquio talmente avveduto che tanto poi il lavoro sporco mica deve farlo lei (Vannacci, ndr). Nelle trincee, ci sarà sempre un esegeta scrupoloso che coglierà sottilissimi riferimenti, si documenterà, si sporcherà le mani, leccherà francobolli e farà delle cose, immediatamente. Chissà se a lei quando non vendo i suoi libri arrivano palate di melma come qui. A lei che continua a piagnucolare in prima serata che le limitiamo la libertà di far circolare idee così illuminate. A lei che ci protegge dai guardiani della morale ma non ci difende dagli interpreti più zelanti del suo pensiero».
La solidarietà
Immediata la solidarietà a Clara Abatangelo da parte dell’Anpi e del Pd castellani, oltre che di tanti cittadini: «Questo grave episodio si inserisce in un clima di intolleranza e violenza verbale alimentato da dichiarazioni pubbliche irresponsabili, come quelle del generale Vannacci, che fomentano odio e discriminazione. Ogni parola, ogni gesto ha conseguenze reali». —
Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso