«Non ha contraffatto le bottiglie» Sap batte l’Acqua San Benedetto

PONTE DI PIAVE
Davide contro il gigante Golia e a vincere, ancora una volta, è il piccolo Davide. Davanti al giudice del tribunale di Venezia, sezione specializzata in materia di impresa, si sono scontrati la San Benedetto spa, con sede a Scorzè, dal 1957 leader mondiale nel settore dell’acque minerali e la Sap Diffusione, sezione acque pure, piccola ditta individuale di Mario Lorenzon, che da una quindicina di anni opera nello settore, con un discreto successo, a Ponte di Piave. La San Benedetto si era rivolta, con ricorso d’urgenza, alla giustizia commerciale per violazione del proprio marchio e concorrenza sleale. Secondo la ricostruzione della grande azienda, la piccola ditta di Ponte di Piave avrebbe messo in vendita bottiglie d’acqua da lei prodotta, applicando illecitamente sui contenitori di vetro il logo Sap. Per tali ragioni gli avvocati della società per azioni chiedevano al tribunale di Venezia di inibire alla ditta di Mario Lorenzon l’utilizzo dei marchi di proprietà dell’azienda di Scorzè, di impedire la messa in commercio delle relative bottiglie di acqua minerale, di disporre il ritiro dal mercato in tutto il territorio dell’Unione europea del materiale contraffatto. Inoltre, veniva chiesto al giudice di fissare in 5 mila euro la sanzione per ogni violazione del provvedimento inibitorio, oltre alla pubblicazione dell’ordinanza su alcuni siti internet e su almeno due riveste del settore di importanza nazionale.
Mario Lorenzon ha contestato la ricostruzione della spa. In particolare, nella sua memoria, spiegava di fornire ai propri clienti sia gli erogatori d’acqua, sia bottiglie riciclabili con proprio marchio, oltre ad etichette con il logo Sap, da applicare in sostituzione di quelle vecchie che si fossero deteriorate con l’uso. La Sap ha dimostrato la propria correttezza: da molti anni, insieme ai suoi prodotti, consegna alla clientela una circolare in cui viene ribadito il divieto di utilizzare il marchio Sap su bottiglie di aziende concorrenti, avvertendo che, in caso contrario, l’autore dell’iniziativa commetterebbe frode commerciale, rendendosi direttamente responsabile dell’illecito. Il tribunale di Venezia, nella sua ordinanza, ha dato pienamente ragione alla ditta di Mario Lorenzon respingendo il ricorso proposto da San Benedetto. Secondo il giudice non esiste alcuna prova del comportamento illecito da parte dell’azienda di Ponte di Piave: nessuna delle bottiglie contraffatte è stata trovata presso la sede di Sap Diffusione. Ma, anzi, «provenivano direttamente o indirettamente dalla distribuzione San Benedetto». Secondo il giudice «il ricorso è stato proposto senza che neppure una lettera di diffida sia stata inoltrata a Sap», mentre la materia del contendere avrebbe «forse consigliato un confronto preliminare, utile ad evitare o meglio indirizzare il ricorso». San Benedetto spa è stata, quindi, condannata anche a pagare le spese legali sostenute ingiustamente da Mario Lorenzon, che, soddisfattissimo, ha così commentato: «Questa decisione del Tribunale mi ha fatto capire che anche in Italia bisogna avere fiducia nella giustizia». —
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