Non basta l’Expo 2015 la storica Drusian affonda

ODERZO. Nemmeno una recente commessa appena ottenuta e legata all’Expo è bastata a mettere al sicuro il futuro di Drusian Termotecnica di Oderzo, storica azienda con oltre quarant’anni di storia alle spalle. Come un fulmine a ciel sereno l’azienda ha presentato richiesta di concordato. Accolta con riserva da parte della sezione dei fallimenti del Tribunale di Treviso: bisognerà attendere il piano economico per capire se per l’azienda dell’opitergino mottense può esserci un futuro oppure l’unica via percorribile sia quella del fallimento. I problemi si avvertivano da tempo. Ogni speranza è stata accantonata quando non è andato in porto un affare con la Turchia che avrebbe potuto risollevare le sorti dell’azienda. Diverse le cause che hanno portato alla chiusura dell’attività che negli anni si era imposta come leader nel settore impiantistico civile, alberghiero e industriale, conseguendo nel tempo un'elevata esperienza e padronanza delle tecniche di installazione con particolare riferimento agli impianti di climatizzazione, idrico, igienico sanitario, antincendio e relativa componentistica di controllo. Il calo della produzione è legato all’immobilità del comparto delle costruzioni nel mercato interno. La crisi di liquidità dovuta non solo alle frequenti insolvenze ma anche ai significativi ritardi nel pagamento dei lavori commissionati dal settore pubblico. Infine a dare il colpo di grazia la mancanza di prospettive di ripresa. A fine 2014 i sindacati con l’azienda avevano chiesto e ottenuto il ricorso alla cassa integrazione straordinaria: l’ammortizzatore avrebbe dovuto permettere di traghettare l’azienda e la quarantina di lavoratori più o meno indenni attraverso il periodo di difficoltà. Quasi simultaneamente era intervenuto un contratto d’affitto di ramo d’azienda, da parte di una realtà modenese, leader nel comparto: solo sette lavoratori erano stati traghettati nella nuova realtà. In questi giorni come un fulmine a ciel sereno l’azienda ha depositato la richiesta di concordato. «Naturalmente si spera sempre –spiega Manuel Moretto della Fiom Cgil Treviso– ma questa richiesta suona quasi come una sentenza definitiva». Come spesso accade la crisi di liquidità in cui versava l’azienda da tempo ha portato anche a diverse mensilità insolute: tre in tutto quelle che devono ancora essere saldate ai lavoratori. Per ora il tribunale di Treviso ha accolto con riserva la richiesta dell’azienda: il termine stabilito è il 26 giugno entro il quale dovrà essere presentata la proposta definitiva di concordato preventivo.
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